Licia Lanera: Uso il mio corpo imperfetto per raccontare realtà scomode

Licia Lanera: Uso il mio corpo imperfetto per raccontare realtà scomode

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di Laura Zangarini

L’attrice, autrice e regista vince il premio Ubu per la migliore regia (Con la carabina, premiato anche come migliore testo straniero). In 44 edizioni la terza donna a conquistarlo

Ha cominciato a fare teatro nel 2002 girando con un furgoncino tra la Puglia e la Calabria, portando i suoi spettacoli su palcoscenici improvvisati in piccole sale di provincia. Vent’anni dopo, a coronare un percorso artistico temerario arrivato il pi bel regalo delle feste. Attrice, autrice e regista, Licia Lanera la terza donna in quarantaquattro edizioni di premio Ubu, gli Oscar del teatro italiani, a vincere il riconoscimento per la migliore regia (prima di lei Emma Dante e Lisa Ferlazzo Natoli), aggiudicandosi anche il premio per il miglior testo straniero, con l’opera della drammaturga francese Pauline Peyrade Con la carabina.

Un lavoro claustrofobico e violento, che mi ha segnalato Ermelinda Nasuto, in scena con Danilo Giuva. Racconta lo stupro di una ragazzina da parte di un amico del fratello maggiore. Giudicata consenziente dal tribunale, decide di farsi giustizia da sola — racconta Lanera —. Un dramma perturbante in cui centrale la questione del corpo delle donne, da sempre vessate da politiche conservatrici. Un testo che non divide il mondo in buoni e cattivi — entrambi i protagonisti praticano la brutalit in modo efferato —, ma analizza i comportamenti sociali che generano la violenza. Oggi ogni ragazzino pu accedere a qualsiasi contenuto su Internet, eppure c’ ancora una inspiegabile ipocrisia nell’affrontare le questioni che riguardano il corpo, la sessualit.

Lanera usa il suo corpo imperfetto, lontano dai correnti canoni di bellezza, come corpo politico per raccontare realt scomode. Accade anche in Love Me, creazione del drammaturgo Antonio Tarantino con cui il mese scorso ha debuttato a Bologna. Uno spettacolo da cui affiora la violenza della societ italiana nei confronti dello straniero, specchio riflesso di paure e pregiudizi. Con me sul palco c’ Suleiman Osuman, un rifugiato di guerra del Ghana, i nostri “corpi del reato” sono l’epica di un racconto di clich cos stupidi da far ridere, cos feroci da far vergognare.

Innamorata di teatro e morte, Kantor e Artaud, Lanera ha avuto la fortuna di conoscere e lavorare con Luca Ronconi. Un incontro fondamentale, mi ha insegnato a entrare nelle pieghe delle parole, la met di questi Ubu sua. Tra i piani del futuro non c’ la tv (La scanso, ma adorerei presentare Sanremo), mentre aspetta una nuova chiamata dal cinema dopo Spaccapietre dei fratelli De Serio, il mio primo e finora unico film. Forte, impegnato, bellissimo. Tra gli estimatori di Lanera c’ il regista Mario Martone, con cui lavorer in Romeo e Giulietta, produzione del Piccolo Teatro di Milano che debutter il 2 marzo.

Cresciuta con i cantautori di pap, De Gregori, De Andr, Battiato, rimasta folgorata dall’incontro col rap: Marracash e Salmo, ma anche Kendrick Lamar, Kanye West. Mi sento un Minotauro, met Eminem met Eduardo. Amo il mondo dell’underground, dei club che mi porta a essere rock nei miei spettacoli. Convinta fashionista, segue la moda in modo eccentrico. Per una prima di Martone alla Scala, sono entrata nello show room di Vivienne Westwood, morta il 29 dicembre, ma non avevano nulla oltre la taglia 42. Tante campagne sulla body positivity, poi non troviamo manco una 44.

3 gennaio 2023 (modifica il 3 gennaio 2023 | 00:18)

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