«070», la grande festa in due serate di Canale 5 a Renato Zero

«070», la grande festa in due serate di Canale 5 a Renato Zero

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di Aldo Grasso

Festa in due serate su Canale 5 per celebrare (con due anni di ritardo causa Covid) il 70º compleanno del cantante

Canale 5 ha approntato una grande festa in due serate per celebrare il 70° compleanno e i 55 anni di carriera di Renato Zero: «070» (la ricorrenza è stata ritardata di due anni causa Covid). Con Zero è sempre festa: costumi stravaganti, strass, paillettes e cotillons. I sorcini hanno riempito il Circo Massimo di Roma e cantato a squarciagola le canzoni del loro pifferaio magico che, con la sua musica, ha raccontato l’uomo, i travestimenti, il sesso, gli ultimi. Ha sdoganato con anni di anticipo argomenti come la pedofilia, la droga, l’identità di genere. Per essere sorcini bisogna sintonizzarsi in quel punto dove il kitsch incrocia il sentimento e crea il sentimentalismo, ovvero quella curvatura delle emozioni che può sfociare nell’identificazione.

Il concerto ha dispensato costumi, grandi effetti scenici, una band di 7 musicisti, 8 coristi, 23 ballerini, un’orchestra sinfonica di 50 elementi, omelie al pubblico dal vago sapore esistenziale, una sfilata di ospiti, da J-Ax a Jovanotti, da Alex Britti a Giorgio Panariello, il suo alter ego parodico, in un grande trionfo di ecumenismo canoro. Non importa sapere perché i fan di Zero si chiamano sorcini (tradizione vuole che negli anni 80, dopo un concerto a Marina di Pietrasanta la sua macchina venne letteralmente accerchiata da una serie di motorini che ai suoi occhi, affettuosamente, sono sembrati, appunto, «tanti sorci»), importa capire cosa rappresenti la psicologia dei sorcini, il sorcinismo, e perché Marco Travaglio sia un sorcino dichiarato. Da tempo, ci è stato spiegato anche da illustri scrittori che le canzoni ci danno il diritto di esprimere la nostra sacrosanta volgarità sentimentale, persino la nostra «adolescenziale» visione del mondo. Eppure, nelle canzoni di Zero non c’è mai quell’astiosità, quella supponenza, quel livore che trasuda sempre nelle frequenti apparizioni tv di Travaglio (forse interpreterà lo Zero che si scaglia contro la Meloni ).

27 ottobre 2022 (modifica il 27 ottobre 2022 | 19:13)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-10-27 17:14:00,

di Aldo Grasso

Festa in due serate su Canale 5 per celebrare (con due anni di ritardo causa Covid) il 70º compleanno del cantante

Canale 5 ha approntato una grande festa in due serate per celebrare il 70° compleanno e i 55 anni di carriera di Renato Zero: «070» (la ricorrenza è stata ritardata di due anni causa Covid). Con Zero è sempre festa: costumi stravaganti, strass, paillettes e cotillons. I sorcini hanno riempito il Circo Massimo di Roma e cantato a squarciagola le canzoni del loro pifferaio magico che, con la sua musica, ha raccontato l’uomo, i travestimenti, il sesso, gli ultimi. Ha sdoganato con anni di anticipo argomenti come la pedofilia, la droga, l’identità di genere. Per essere sorcini bisogna sintonizzarsi in quel punto dove il kitsch incrocia il sentimento e crea il sentimentalismo, ovvero quella curvatura delle emozioni che può sfociare nell’identificazione.

Il concerto ha dispensato costumi, grandi effetti scenici, una band di 7 musicisti, 8 coristi, 23 ballerini, un’orchestra sinfonica di 50 elementi, omelie al pubblico dal vago sapore esistenziale, una sfilata di ospiti, da J-Ax a Jovanotti, da Alex Britti a Giorgio Panariello, il suo alter ego parodico, in un grande trionfo di ecumenismo canoro. Non importa sapere perché i fan di Zero si chiamano sorcini (tradizione vuole che negli anni 80, dopo un concerto a Marina di Pietrasanta la sua macchina venne letteralmente accerchiata da una serie di motorini che ai suoi occhi, affettuosamente, sono sembrati, appunto, «tanti sorci»), importa capire cosa rappresenti la psicologia dei sorcini, il sorcinismo, e perché Marco Travaglio sia un sorcino dichiarato. Da tempo, ci è stato spiegato anche da illustri scrittori che le canzoni ci danno il diritto di esprimere la nostra sacrosanta volgarità sentimentale, persino la nostra «adolescenziale» visione del mondo. Eppure, nelle canzoni di Zero non c’è mai quell’astiosità, quella supponenza, quel livore che trasuda sempre nelle frequenti apparizioni tv di Travaglio (forse interpreterà lo Zero che si scaglia contro la Meloni ).

27 ottobre 2022 (modifica il 27 ottobre 2022 | 19:13)

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Pietro Guerra

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