In occasione della Festa dei Lavoratori, la Rete degli Studenti Medi del Veneto insieme all’Unione Universitari e alla Filcams Cgil hanno riproposto nelle varie città venete, l’iniziativa “Pane e Rose”, consegnando rose ai lavoratori dipendenti in servizio il primo maggio.
“È una pratica che riproponiamo perchè riteniamo sia incisiva e simbolicamente potente – afferma Marco Nimis, coordinatore della Rete degli Studenti Medi del Veneto, si legge su Il Gazzettino – Il nome e la scelta dell’elemento del fiore provengono da una protesta risalente al 1912, ricordata attraverso lo slogan Pane e Rose e messa in atto dai lavoratori di un’industria tessile a Lawrence, che protestarono contro il taglio dei salari chiedendo la possibilità non soltanto di sopravvivere, ma di avere una retribuzione sufficiente anche a potersi godere le gioie della vita”.
“Riproporre la storia di questo sciopero ci sembra emblematico, il mondo del lavoro ad oggi è ancora troppo spesso legato a dinamiche di tossica competitività e meramente volte al profitto ed è evidente soprattutto nel contesto delle nuove generazioni. Proprio noi giovani, infatti, siamo destinati a lavori precari, spesso sottopagati e sminuiti in maniera classista, per poi ricevere critiche ed essere additati come incapaci e scansafatiche. Per questo ci avete visto durante gli anni passati e ci vedrete negli anni futuri nelle città della nostra Regione, per supportare una Festa dei lavoratori che valga per tutti e che assicuri tutele e sussidi reali, occasione di ragionamenti e ripensamenti collettivi”, aggiunge.
In alcune città venete il coordinamento ha raccontato come si è svolta l’iniziativa: “Anche quest’anno a Treviso siamo andati a consegnare una rosa ai lavoratori e alle lavoratrici che stanno lavorando pur essendo il 1 maggio, per far sentire la nostra vicinanza e solidarietà e per denunciare come questo sistema opprimente e basato sulla precarietà non può essere sostenuto nel tempo“, spiega Annavaleria Steni, della Rete degli Studenti Medi di Treviso.
A Venezia, al centro commerciale Porte di Mestre, sono stati portati “pane e rose” a chi nel giorno dei lavoratori invece lavorava: “Un primo maggio come sempre al fianco dei lavoratori, di chi può manifestare e di chi è costretto a lavorare anche in questo giorno. Perché il mondo del lavoro non è il nostro futuro ma una realtà con cui fare i conti e per cui lottare ogni giorno. Per noi e per tutti i giovani che si trovano a dover accettare per necessità lavori precari, senza tutele e senza riconoscimenti – dichiara Marco Dario, studente di udu Venezia – Il primo maggio per noi è il simbolo di una lotta che va condivisa con i lavoratori per combattere la narrazione imposta che vede i giovani accettare un mondo del lavoro precario e con sempre meno tutele. Il mondo del lavoro comprende anche noi e non smetteremo mai di lottare per i nostri diritti. Non da soli ma assieme a chi il diritto al lavoro lo tutela ogni giorno“.
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