I 10 punti sulla guerra in Ucraina da tenere docchio in vista della decisiva battaglia di primavera

I 10 punti sulla guerra in Ucraina da tenere docchio in vista della decisiva battaglia di primavera

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di Andrea Marinelli e Guido Olimpio

Il punto militare 339 | Un anno dopo, si ricomincia da capo. Il direttore della Cia William Burns vola a Kiev e presenta i possibili piani russi. L’aiuto della coalizione era iniziato per evitare la sconfitta ucraina, ora l’obiettivo la liberazione dei territori occupati

Dieci punti per delineare il conflitto, le forniture, le incognite mentre si avvicina l’anniversario dell’invasione.

1. Sembra di rivivere l’inverno 2022. Il capo della Cia William Burns in piena azione, vola a Kiev e presenta a Zelensky i possibili piani russi come successe un anno fa. Intanto i generali americani discutono le opzioni ed assistono la resistenza con contatti diretti. Gli alleati lanciano una nuova iniziativa di supporto. L’intelligence, ieri come oggi, cruciale nella prevenzione delle mosse e nell’individuazione dei lati deboli avversari.

2. L’aiuto della coalizione — che si incontrata oggi a Ramstein — iniziato con l’obiettivo di evitare la sconfitta dell’Ucraina, ora il target quello di favorire la liberazione dei territori. Progetto ambizioso e costoso. La nuova assistenza calibrata per questo.

3. Il Pentagono, insieme ai partner, ha indicato con chiarezza: l’esercito di Zelensky va dotato di equipaggiamenti e dell’addestramento per condurre azioni su larga scala con contingenti ampi. ci che i soldati stanno imparando a fare in queste settimane. Serve comunque tempo, come servono i sistemi anti-aerei. Per alcuni la Casa Bianca deve sbloccare i razzi a lungo raggio per stabilire un equilibrio e per incalzare gli occupanti nelle retrovie distanti. Kiev li ha chiesti, idem per i caccia che alcuni Stati sarebbero pronti a dare. L’Olanda ha offerto gli F16.

4. I tank pesanti. L’Ucraina ha sempre dichiarato di avere bisogno di un parco di 300-500 carri armati. La Nato discute l’invio di mezzi adeguati e la scelta cade sul Leopard tedesco in quanto il modello disponibile in numerosi Paesi europei. La Germania ha fermato il processo con il veto sulla riesportazione dei tank. Quanto alla consegna, oltre all’ok di Berlino, molto dipender dalle condizioni dei mezzi, dal lavoro per riattivarli e dal training. Washington intanto avrebbe chiesto alla Grecia di consegnare 2-3 Leopard a Kiev nella speranza che questo induca il cancelliere Olaf Scholz a cambiare idea, non essendo lui ad avere infranto il tab. Scorciatoie non incoraggianti se paragonate alla posta in gioco.

5. I carri armati cambiano davvero il quadro? Mosca, nelle sue reazioni minacciose, afferma di no. Qualche analista sottolinea l’importanza dei corazzati (inclusi i blindati in arrivo) ma avverte anche che al massimo riusciranno a creare un paio di brigate. Ancora poche rispetto agli impegni.

6. La guerra logistica, logistica, logistica. Gli ucraini devono preoccuparsi della manutenzione, dei rifornimenti, dell’appoggio, della gestione di un arsenale imponente. un impegno gravoso che cresce e introduce difficolt per la disparit di veicoli/cannoni/blindati. Decine di tipi, ognuno con le sue caratteristiche. Indispensabile uniformare, ma come arrivarci quando i fornitori attingono a depositi diversi? Gli ottimisti confidano nella determinazione e nell’arte d’arrangiarsi messa in mostra dai difensori nei mesi passati.

7. Un esperto, Tyler Rogoway, insiste su un aspetto: le spedizioni di armamenti servono da deterrenza, rappresentano un messaggio lanciato verso il Cremlino per ribadire che non potr vincere.

8. Vladimir Putin, invece, convinto di farcela e lo dichiara. Si affida alla quantit da gettare letteralmente sul campo di battaglia, conta sulla tradizione di un’Armata che — nonostante tutto — tiene il colpo, spera che gli altri si stanchino. La strategia di logoramento, nella sua visione, sfinisce gli sponsor stranieri, consuma gli ucraini. Fonti dell’intelligence tedesca hanno fatto trapelare sullo Spiegel indiscrezioni allarmate sull’alto numero di perdite patito dagli ucraini a Bakhmut. La soffiata conferma, allo stesso tempo, la tattica suicida degli invasori mandati all’assalto senza preoccuparsi delle conseguenze. Per il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin gli occupanti, oltre ai morti a centinaia, starebbero esaurendo le munizioni.

9. Lo Stato Maggiore esegue gli ordini del neo-zar, raccoglie tutte le forze possibili. I regolari e i mercenari della Wagner. in pressing sulla Bielorussia perch entri con le unit. Una mobilitazione strisciante. I sovietologi, in base alla loro esperienza, sono scettici, ritengono che emergeranno i nodi mai sciolti, le carenze, i freni di una struttura mai riformata. Credono poco nei ritmi dell’industria bellica. Ma sono previsioni, variabili, mai certe. Perch la Russia non mostra segni di cedimento.

10. L’attenzione concentrata sulla primavera, quando i due schieramenti proveranno a rompere lo stallo. Tuttavia a Washington invitano a guardare oltre: i generali americani avvisano che sar arduo cacciare via gli invasori nell’anno in corso, gli scenari sono di medio e lungo termine. E su questo sono d’accordo con Putin.

20 gennaio 2023 (modifica il 20 gennaio 2023 | 19:36)

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