«1492», le lezioni  di Barbero che dovrebbero ispirare molti prof

«1492», le lezioni di Barbero che dovrebbero ispirare molti prof

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di Aldo Grasso

Sotto l’aspetto puramente televisivo c’è qualche perplessità: non è divulgazione, non è fiction. È la classica via di mezzo tenuta in piedi dalle capacità istrioniche del conduttore

Il 1492, una delle date più famose che si imparano a scuola, deve essere ricordato non solo per la scoperta dell’America, ma anche per un atto di governo dei re di Spagna (los Reyes Católicos) che testimonia l’atmosfera di intolleranza che si respirava in quel Paese: il decreto di espulsione degli ebrei prima dalla Spagna stessa, poi da tutti i suoi possedimenti, comprese la Sicilia e la Sardegna che in quell’epoca erano sottoposte agli Aragonesi e divise dal Regno di Napoli. In quello stesso anno cade anche il Regno di Granada, l’ultimo baluardo dell’Islam in Spagna, testimoniato dalla meravigliosa Alhambra, momento conclusivo della Reconquista da parte dei re Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona, e dalle sue numerose conseguenze: il rafforzamento dell’Inquisizione e… il via libera alla spedizione di Cristoforo Colombo. Intanto in Italia muore Lorenzo il Magnifico.

A tessere i nodi di queste intricate vicende ci ha pensato il prof. Alessandro Barbero con lo speciale 1942 da lui scritto con David Savelli per la regia di Graziano Conversano (Rai3, Rai Storia e Rai Play). La scelta è stata molto ardita, nella direzione della docufiction. Attorno a sé, Barbero ha convocato alcuni eminenti personaggi dell’epoca come Abraham Zacuto (l’attore Bruno Santini) astronomo, matematico e storico ebreo; i reali di Spagna (Chiara Degani e Roberto Attias), l’inquisitore Torquemada (Daniele Aldrovandi); Roderic Llançol de Borja (Martino Duane), ovvero Rodrigo Borgia, poi papa con i celebri figli. Se a scuola le lezioni di storia venissero tenute in questo modo (spero che i professori più vispi se ne servano), sarebbero fantastiche, indimenticabili. Sotto l’aspetto puramente televisivo ho qualche perplessità: non è divulgazione, non è fiction. È la classica via di mezzo tenuta in piedi dalle capacità istrioniche di Barbero, pronto per il salto nel magico mondo dell’intrattenimento.

9 ottobre 2022 (modifica il 9 ottobre 2022 | 22:09)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-10-09 20:09:00,

di Aldo Grasso

Sotto l’aspetto puramente televisivo c’è qualche perplessità: non è divulgazione, non è fiction. È la classica via di mezzo tenuta in piedi dalle capacità istrioniche del conduttore

Il 1492, una delle date più famose che si imparano a scuola, deve essere ricordato non solo per la scoperta dell’America, ma anche per un atto di governo dei re di Spagna (los Reyes Católicos) che testimonia l’atmosfera di intolleranza che si respirava in quel Paese: il decreto di espulsione degli ebrei prima dalla Spagna stessa, poi da tutti i suoi possedimenti, comprese la Sicilia e la Sardegna che in quell’epoca erano sottoposte agli Aragonesi e divise dal Regno di Napoli. In quello stesso anno cade anche il Regno di Granada, l’ultimo baluardo dell’Islam in Spagna, testimoniato dalla meravigliosa Alhambra, momento conclusivo della Reconquista da parte dei re Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona, e dalle sue numerose conseguenze: il rafforzamento dell’Inquisizione e… il via libera alla spedizione di Cristoforo Colombo. Intanto in Italia muore Lorenzo il Magnifico.

A tessere i nodi di queste intricate vicende ci ha pensato il prof. Alessandro Barbero con lo speciale 1942 da lui scritto con David Savelli per la regia di Graziano Conversano (Rai3, Rai Storia e Rai Play). La scelta è stata molto ardita, nella direzione della docufiction. Attorno a sé, Barbero ha convocato alcuni eminenti personaggi dell’epoca come Abraham Zacuto (l’attore Bruno Santini) astronomo, matematico e storico ebreo; i reali di Spagna (Chiara Degani e Roberto Attias), l’inquisitore Torquemada (Daniele Aldrovandi); Roderic Llançol de Borja (Martino Duane), ovvero Rodrigo Borgia, poi papa con i celebri figli. Se a scuola le lezioni di storia venissero tenute in questo modo (spero che i professori più vispi se ne servano), sarebbero fantastiche, indimenticabili. Sotto l’aspetto puramente televisivo ho qualche perplessità: non è divulgazione, non è fiction. È la classica via di mezzo tenuta in piedi dalle capacità istrioniche di Barbero, pronto per il salto nel magico mondo dell’intrattenimento.

9 ottobre 2022 (modifica il 9 ottobre 2022 | 22:09)

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