Nella cerimonia che ha avuto luogo a Milano per commemorare il 150° anniversario della morte di Alessandro Manzoni, il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, ha espresso il suo profondo rispetto per l’illustre scrittore.
Nonostante Manzoni avesse sempre evitato la politica per via della sua riservatezza e delle questioni di salute, è riconosciuto come una figura chiave nel Risorgimento italiano e nell’unificazione del paese. Mattarella lo ha definito, senza esitazione, “un padre della nostra Patria”.
Manzoni, secondo le parole del Capo dello Stato, cercava un’Italia unita, “non una mera espressione geografica, una addizione a freddo di diversi Stati e staterelli, ma la sintesi alta di un unico popolo, forte e orgoglioso della sua cultura, della storia, della sua lingua, delle sue radici”. Le sue idee si collegavano alla grande tradizione della poesia civile, che risale a Dante, Petrarca e Foscolo.
In risposta ad Alphonse de Lamartine, un poeta che aveva parlato con disprezzo delle “diversità” dei “popoli” italiani, Manzoni rispose con forza, sostenendo l’unità fondamentale del popolo italiano, nonostante le varietà regionali. Come ha ricordato Mattarella, Manzoni scrisse: “No, non c’è più differenza tra l’uomo delle Alpi e quello di Palermo che tra l’uomo sulle rive del Reno e quello dei Pirenei”.
Sul Romanticismo e il Risorgimento italiano, Mattarella ha sottolineato l’erroneità di un’interpretazione troppo schematica che contrappone la triade Dio, Patria e famiglia a quella della Rivoluzione francese, ovvero libertà, eguaglianza, fraternità. Manzoni, ha spiegato Mattarella, non rifiutava i valori della Rivoluzione francese, ma piuttosto li sostenne, soprattutto il valore della fraternità, che riteneva trascurato.
Manzoni condannò le teorie politiche astratte che sacrificano i diritti dell’uomo o di intere popolazioni per la ragion di Stato. Per lui, come ha evidenziato Mattarella, “nulla è più sacro della vita umana. La verità deve prevalere sulla menzogna, la tolleranza sull’odio, la pietà sulla violenza, la morale sul calcolo di convenienza”.
In contrasto con molti dei suoi contemporanei, Manzoni non guardava con nostalgia all’epoca classica e pre-cristiana. Invece, sosteneva i movimenti di indipendenza nazionale, incoraggiando le correnti di libertà che soffiavano in Italia e in altre parti del mondo. In tal senso, ha ricordato il Presidente, “non c’è alcun quietismo, non c’è rassegnazione: Manzoni sostiene i moti di indipendenza
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