Case di riposo, in Lombardia lanziano o paga o si arrangia

Case di riposo, in Lombardia lanziano o paga o si arrangia

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DATAROOM

1 marzo 2023 – 06:46

di Domenico Affinito, Milena Gabanelli e Simona Ravizza

sempre doloroso portare un proprio familiare anziano in una casa di riposo, ma quando non proprio pi possibile gestirlo a casa diventa purtroppo una scelta obbligata. In questi casi vorremmo non trovarci di fronte a liste di attesa troppo lunghe, essere certi di portarli in un posto dove siano ben assistiti e pagare una retta che non ci tolga il sonno la notte. Vediamo come funziona in Lombardia che, con quasi 1,2 milioni di over 75, la Regione con pi anziani d’Italia. E grazie alla crescita dell’aspettativa di vita diventeranno 1,3 milioni gi nel 2030. Inoltre, bisogna fare i conti con il potere d’acquisto degli stipendi, sempre pi basso. Per comprendere il meccanismo ci aiuta Antonio Sebastiano, alla guida dell’Osservatorio sulle Rsa della Liuc.

Come funziona

In Lombardia le case di riposo sono di due tipi: quelle a contratto, dove la Regione paga quasi met della retta, e quelle solo accreditate, dove paga tutto l’ospite. I requisiti sono praticamente gli stessi (non consideriamo le Rsa semplicemente autorizzate perch hanno standard differenti e non corretto metterle sullo stesso piano): 901 minuti minimo di assistenza settimanale per ospite, presenza delle medesime figure professionali (infermieri, medici, fisioterapisti e personale educativo). Sono identiche le regole in materia di tenuta della documentazione sociosanitaria, tra cui la stesura del piano assistenziale individuale (Pai) e la sua rivalutazione periodica.

La differenza tra Rsa a contratto e accreditate viene introdotta a partire dal primo gennaio 2011 (Dgr 937 del dicembre 2010) per ampliare l’offerta di posti senza fare aumentare la spesa pubblica della Regione. Va detto che per quel che riguarda il numero di letti la Lombardia messa meglio rispetto al resto d’Italia, ma in ogni caso non bastano. Dunque il ragionamento : io Regione ti do la possibilit di andare un po’ a mie spese in determinate Rsa, dopodich siccome il mio budget limitato, e di conseguenza i posti che io posso mettere a contratto, ti metto a disposizione altri letti che per ti devi pagare completamente. Un sistema che scarica tutti i problemi sulle famiglie. Ecco perch.

Cosa c’

Sono 58.355 i posti letto nelle case di riposo dove la Regione si fa carico dei 50 euro al giorno della quota sanitaria (cifra variabile in base alla gravit dell’ospite). Le famiglie pagano in aggiunta la quota alberghiera che va dai 67 ai 77 euro in media al giorno a seconda della citt (a Milano si superano i 97 euro), vale a dire almeno 2.100 euro mensili. Il fabbisogno stimato di 7 posti ogni 100 over 75, oggi ce ne sono 5,3. Dal 2015 il numero cresciuto solo di 481 letti, mentre gli over 75 in pi sono 110 mila: vuol dire che la disponibilit ogni 100 anziani gi risicata non si mantenuta nel tempo ma addirittura diminuita (-0,45%). Conseguenza: le famiglie spesso devono attendere a lungo il posto. Nell’ultimo triennio pre-Covid (2017, 2018, 2019) l’attesa media di oltre 4 mesi e mezzo e c’ la certezza che si torner a questi livelli. Chi riesce a entrare lo fa in condizioni sempre pi gravi, tant’ che la degenza media di 12 mesi. Chi pu permetterselo si rivolge alle strutture dove la quota da pagare completamente a carico dell’ospite: in media 90 euro al giorno, con una spesa mensile di almeno 3.000 euro. Qui di solito non c’ nessuna attesa e i posti a disposizione oggi sono 4.078, quasi raddoppiati rispetto al 2015.

Cosa non va bene

Primo problema: come dimostra un plico di documenti riservati raccolti da Dataroom, e incrociati con numerose testimonianze sul campo, Regione Lombardia non tiene monitorate le richieste di posti nelle case di riposo. Vuol dire che non sa quante persone davvero ci sono in lista di attesa e qual dunque l’ipotetico fabbisogno di letti. Dai calcoli di Dataroom verosimile che pre-Covid ci fossero in lista di attesa almeno 26 mila anziani. Invece a inizio 2023 in un documento ufficiale all’interno di una contesa giudiziaria la Regione conta 103.860 utenti nel 2019 in attesa di un posto.

un dato costruito sommando le persone in attesa in ogni casa di riposo, senza preoccuparsi di verificare (e quindi eliminare) chi si messo in lista contemporaneamente in pi strutture, o purtroppo nel frattempo deceduto. In sostanza Regione Lombardia, in un documento ufficiale, ha riportato dei numeri palesemente sbagliati. Questo dimostra che non c’ interesse a capire il problema, e quindi a risolverlo. Risultato: non pu fare e non fa nessuna programmazione. E le liste di attesa sono destinate a restare.

Secondo problema: quel che interessa a Regione Lombardia non fare lievitare la spesa pubblica oggi a quota 960 milioni di euro all’anno. Del resto le risorse non sono infinite e non possibile pagare tutto a tutti, e dunque un tetto al budget comprensibile. Un sistema equo dovrebbe per filtrare le richieste per privilegiare a spese pubbliche chi in condizioni pi gravi. quello che fa per esempio il Veneto: valuta le condizioni di salute di chi fa domanda per entrare in una casa di riposo e, in presenza di determinati requisiti, gli d un voucher con il quale l’anziano paga la casa di riposo che si scelto. Invece Regione Lombardia per pagarti meno di met della retta ti costringe ad andare solo in determinate Rsa, senza fare alcuna valutazione n certificazione del bisogno dell’anziano.

Terzo problema: in Regione Lombardia le case di riposo a contratto sono sempre le stesse da anni e si vedono assicurate un business certo da 2,5 miliardi l’anno senza nessun vantaggio per chi offre servizi di qualit o penalizzazione per chi non lo fa. Gi nel 2012 in un documento ufficiale (qui, allegato 3, pagina 2) viene ammesso: Uno dei limiti principali rappresentato dal criterio della spesa storica (do gli stessi soldi sempre agli stessi, ndr) e dalla mancanza di considerazione di altri fattori di valutazione come la qualit delle prestazioni e i fabbisogni effettivi del territorio. La riforma regionale del 2015 andava in questa direzione, ma stata bloccata.

Il coraggio delle scelte

Ora che Attilio Fontana e la sua squadra sono stati rieletti con un mandato forte del 55% di voti e hanno cinque anni davanti c’ da sperare che mettano mano alla questione. Per essere davvero dalla parte di chi ha pi bisogno, e per rispettare la legge. Il Ddl concorrenza dell’agosto infatti 2022 dice: La selezione (delle strutture private, ndr) deve essere effettuata periodicamente tenuto conto della programmazione sanitaria regionale e sulla base di verifiche delle eventuali esigenze di razionalizzazione della rete in convenzionamento e, per i soggetti gi titolari di accordi contrattuali, dell’attivit svolta (articolo 15, comma 1, lettera b).

1 marzo 2023 | 06:46

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Pietro Guerra

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