Su Il Libraio.it viene proposta una riflessione interessante in merito all’insegnamento dell’epica a scuola. Riflessione a cura di Daniele Ventre, dottore di ricerca in Filologia classica e docente di Lingue classiche nei licei.
Secondo l’esperto, “il modo in cui da sempre la scuola ha presentato ai giovani l’epica è fuorviante. I poemi epici sono in realtà una forma di intrattenimento, con una fortissima funzione educativa: in sostanza, sono i più remoti antenati di quello che oggi con il tipico inglesismo che piace a un certo mondo dell’informazione e della didattica, si chiamerebbe edutainment“.
Secondo Ventre, “la semplicità dei miti li rende immediatamente accessibili; nello stesso tempo, il linguaggio straniante dell’epica, che è la forma originaria in cui il mito per lo più si tramanda, conferisce alle narrazioni degli eroi e degli dèi il tono di un racconto che si lega alle radici più profonde dell’esistenza umana. Il canto e la danza che spesso si legano alla forma epica del mito, accrescono il suo potere attrattivo. Quanto questa dimensione originaria sia lontana dal modo in cui l’epica è offerta ai giovani nella scuola attuale, è abbastanza evidente. Un peso non indifferente ha in tal senso la forma che il testo assume in traduzione“.
Il docente si sofferma su un esempio specifico, quello del poema di Odisseo, “dove le traduzioni in prosa, siano o meno divise in righi corrispondenti ai versi del testo originale, possono avere il merito di facilitare il primo accesso alla comprensione dell’opera, ma hanno il grave difetto di dissolverne l’identità poetica che ne è propria“.
Infatti, “tale tendenza è assecondata, nella scuola, dal progressivo restringersi dei tempi dedicati ai contenuti dell’insegnamento, per non parlare dell’inclinazione generale a considerare la forma del testo poetico come tale un puro ornamento esteriore“.
E ancora: “Alcune versioni dell’Odissea sono redatte in una prosa da romanzo. Sembra una soluzione abbastanza semplice e legittima: dopo tutto, si sente spesso dire che il poema di Odisseo è in fondo il primo romanzo d’Occidente, con le sue avventure fantastiche di viaggio, il suo amore contrastato, il suo ritorno travagliato, la sua vendetta eroica a lieto fine“.
“Per questo – osserva Ventre – non c’è bisogno che siamo noi, come traduttori contemporanei, a tagliare addosso ai poemi un’epica in prosa fuori luogo, inducendo i giovani a credere che l’epopea delle origini e il romanzo commerciale siano in fondo la stessa cosa“.
, L’articolo originale è stato pubblicato da, https://www.orizzontescuola.it/a-scuola-lepica-viene-insegnata-in-modo-fuorviante-dobbiamo-ri-tradurre-lodissea-il-pensiero-dellesperto-di-filologia-classica/, Cronaca, https://www.orizzontescuola.it/feed/, redazione,