Audizione in Commissione Cultura per il sottosegretario all’Istruzione e al Merito, Paola Frassinetti. Tra le interrogazioni c’è quella presentata dal Partito Democratico riguardo il DPCM che dovrà definire i criteri e gli standard per la formazione dei docenti ai fini dell’abilitazione e del conseguimento dei 60 Cfu (Crediti formativi universitari)
La deputata Irene Manzi, capogruppo del PD in Commissione, ha chiesto delucidazioni in merito al provvedimento: “Da quello che ho letto sui giornali, sembra che la Commissione europea voglia che i percorsi formativi e universitari di formazione iniziale siano più in linea con le competenze richieste ai docenti. L’obiettivo attuale del PNRR è di assumere 70.000 docenti formati con le nuove regole entro il 2024. Ma ho sentito dire che il ministero potrebbe voler spostare questa scadenza un po’ più avanti. Inoltre, ho letto su alcuni giornali che i ministeri competenti, dopo aver parlato con la CRUI, stiano pensando di aumentare significativamente l’uso di corsi di formazione online. Un’altra cosa di cui si dovrebbe parlare è il costo di partecipazione al corso di formazione, che sarebbe tutto a carico degli studenti.Quindi, una volta che abbiamo stabilito i tempi certi per l’adozione del decreto del presidente del consiglio dei ministri menzionato nell’articolo 44, comma 4, della legge 29 giugno 2022, n. 79, vorremmo sapere i tempi e i contenuti del DPCM in relazione, in particolare, ai costi dei percorsi formativi a carico dei partecipanti, alle modalità di erogazione dei percorsi e di selezione in accesso ai medesimi nel caso in cui le domande siano superiori al fabbisogno individuato dalle singole università, agli elementi individuati per garantire l’omogeneità dei percorsi a garanzia degli standard professionali previsti dalla norma”.
Il sottosegretario, a nome del Ministero dell’Istruzione e del Merito, risponde: “Il DPCM è in arrivo a seguito di un esteso dialogo con la Commissione Europea. Abbiamo infatti realizzato un nuovo testo, concordato con il Ministero dell’Università e della Ricerca, che ora è sottoposto alle valutazioni definitive della stessa Commissione. L’attuale impostazione del DPCM mira a valorizzare l’uniformità dei percorsi formativi, i contenuti professionali minimi del docente e il ruolo di garanzia svolto dall’ANVUR nel processo di accreditamento iniziale e periodico, che costituisce il principale baluardo dell’omogeneità dei requisiti qualitativi dell’offerta formativa in relazione ai contenuti specifici del piano di studi”.
Poi aggiunge: “È importante sottolineare che al momento non è possibile entrare nei dettagli, poiché il testo, come già menzionato, deve essere prima validato nella sua nuova impostazione generale dalla Commissione Europea. Tuttavia, posso garantire che il Ministero non si sottrarrà al processo di consultazione sui contenuti del provvedimento, che prevede l’interazione con il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione e le organizzazioni sindacali. È importante notare che l’adozione del DPCM non esaurirà le azioni di questo Governo per promuovere l’attuazione della riforma del sistema di reclutamento dei docenti prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNR) e definita dalla precedente legislatura, al fine di regolare meglio alcune delle questioni citate dal presente Atto Ispettivo. Mi riferisco in particolare alle modalità di erogazione della didattica e alla definizione di strumenti di flessibilità organizzativa, con l’obiettivo finale di massimizzare la disponibilità dell’offerta formativa da parte dell’università. È necessario precisare che esiste la necessità di intervenire su alcune previsioni normative della riforma che si sono rivelate non coerenti con il raggiungimento degli obiettivi del PNRR”.
Infine spiega: “Questi correttivi potrebbero essere già esaminati nel contesto della conversione del Decreto legge PA. Pertanto, è chiaro che le questioni giustamente sollevate richiederanno un intervento normativo primario, poiché tali questioni non possono essere risolte nel contesto del Consiglio dei Ministri. Posso garantire che tali correttivi saranno sottoposti sia all’esame della Commissione Europea sia al necessario dibattito in sede parlamentare”.
Abilitazione docenti 60 CFU, manca ancora il DPCM
Il provvedimento della presidenza del Consiglio dei Ministri deve definire:
- i contenuti e la strutturazione dell’offerta formativa corrispondente a 60 CFU/CFA, di cui almeno 10 di area pedagogica, comprendente attività di tirocinio diretto e indiretto non inferiore a 20 CFU/CFA. Per ogni CFU/CFA di tirocinio, l’impegno in presenza nelle classi non può essere inferiore a 12 ore.
- il numero di crediti universitari o accademici riservati alla formazione inclusiva delle persone con disabilità
- la percentuale di presenza alle attività formative necessarie per l’accesso alla prova finale
- le modalità di svolgimento della prova finale del percorso universitario e accademico, comprendente la prova scritta e orale.
Nell’ambito dei 60 CFU sarà comunque riconosciuta la validità dei 24 CFU/CFA già conseguiti quale requisito di accesso al concorso secondo il previgente ordinamento.
Il decreto stabilirà poi i criteri per il riconoscimento degli eventuali altri crediti maturati nel corso degli studi universitari o accademici, purché strettamente coerenti con gli obiettivi formativi.
Il costo di partecipazione al corso è interamente attribuito ai corsisti ma vi sarà un prezzo “calmierato” ossia la proposta di un tetto massimo che le Università potranno proporre.
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