Abilitazione, stop dei matematici alla riforma: no ai crediti alla triennale

Abilitazione, stop dei matematici alla riforma: no ai crediti alla triennale

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Reclutamento

L’alt di Maria Mellone, presidente della presidente della Commissione italiana per l’insegnamento della matematica dell’Unione matematica italiana (Umi Ciim)

di Redazione Scuola

(ANSA )

2′ di lettura

La riforma dell’abilitazione contenuta nel decreto Pnrr 2 in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale non piace ai matematici. Soprattutto nella scelta di consentire l’acquisizione dei 60 crediti formativi universitari (cfu) già durante lo svolgimento della laurea triennale. A confermarlo è Maria Mellone, presidente della presidente della Commissione italiana per l’insegnamento della matematica dell’Unione matematica italiana (Umi Ciim).

Una riforma attesa da tempo

In una nota Mellone ricorda che la «Ciim chiede da tempo lo sviluppo di un percorso di formazione iniziale specifico per gli insegnanti di scuola secondaria: pensiamo che tante delle difficoltà dell’insegnamento della nostra disciplina (e anche di tutte le altre) dipendano dall’assenza completa e grave di tale percorso. In questa direzione la riforma per la formazione iniziale degli insegnanti di scuola secondaria, attesa da più di 20 anni e che il Governo sta per avviare, può rappresentare una svolta formativa e culturale importantissima per il nostro paese. La qualità dell’educazione scientifica di base, infatti, passa per la qualità e la formazione degli insegnanti, e sappiamo bene quanto sia importante un’educazione scientifica di qualità per tutti e quanto in Italia si arranchi in tal senso». A tal proposito ricorda che «diverse associazioni scientifiche, tra cui la nostra, hanno espresso in maniera chiara al Ministro dell’Istruzione e alla Ministra dell’università e della ricerca la necessità che il percorso di formazione iniziale degli insegnanti di scuola secondaria debba essere unitario, post-laurea magistrale e pre-immissione in ruolo».

I limiti del decreto

A suo giudizio nel Dl varato la settimana scorsa non si tiene «adeguatamente conto di questa necessità, e rischia in questo modo di non garantire la qualità della formazione dei futuri insegnanti. In particolare, viene data la possibilità di iscriversi al percorso di formazione iniziale per insegnanti in parallelo alla laurea triennale. Questa scelta rischia di vanificare il senso della riforma, avendo delle conseguenze formativamente devastanti e facilmente prevedibili. Innanzitutto, un percorso in parallelo con il percorso di laurea triennale rischia di non essere frequentato o comunque essere frequentato con difficoltà per via della sovrapposizione con il percorso di laurea: questo a discapito del necessario sviluppo laboratoriale del percorso di formazione insegnanti».

Troppo presto i Cfu alla triennale

Per Mellone «la trattazione di questioni inerenti alla didattica disciplinare risulterebbe sterile con degli studenti che non abbiano avuto modo di acquisire i linguaggi e le forme di pensiero caratteristiche delle discipline, con riferimento anche alle principali tappe del loro sviluppo storico-epistemologico (si parla di didattica laddove la conoscenza disciplinare sia consolidata: è un solid finding della formazione insegnanti). D’altra parte rimane davvero problematico immaginare sulla base di cosa verrebbe fatta la selezione per accedere al percorso iniziale di formazione insegnanti (a numero chiuso) se gli aspiranti studenti non hanno ancora avuto modo di acquisire adeguate competenze e basi epistemologiche relative alle discipline previste dalle specifiche classi di concorso». Oltre al rischio di allungare «allungare la carriera universitaria “regolare” degli studenti, creando il potenziale (e facilmente prevedibile) paradosso di avere persone che terminano il percorso di formazione inziale per l’insegnamento ma non la laurea triennale o magistrale, non garantendo in questo modo la formazione di personale docente con i titoli necessari per il reclutamento nel numero desiderato».

, 2022-04-27 10:03:00, L’alt di Maria Mellone, presidente della presidente della Commissione italiana per l’insegnamento della matematica dell’Unione matematica italiana (Umi Ciim), di Redazione Scuola

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