Addio a Ron Galella, il re dei paparazzi preso a pugni da Marlon Brando

Addio a Ron Galella, il re dei paparazzi preso a pugni da Marlon Brando

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di Elvira Serra

È scomparso il fotografo dei divi, scomparso a 91 anni. La sua ossessione per Jackie Kennedy. Le imboscate a Richard Burton e Liz Taylor, Bardot tentò di affogarlo. Andy Warhol: «È il mio preferito»

Di foto ne aveva scattate più di tre milioni, ben catalogate nell’archivio della sua Villa Palladio a Montville, in New Jersey. Avevano tutte una cosa in comune: non erano posate. Robert Redford che esce dal taxi con gli occhiali a specchio (1974), Elvis Presley nel backstage di un suo concerto (1974), Sophia Loren che sgrana gli occhi dopo aver visto Omar Sharif alla prima del Dottor Zivago (1965), Jack Nicholson che fa la linguaccia (1972), Steve McQueen che beve un caffè in piedi sul set di Papillon (1973), Bruce Willis e Demi Moore in auto con la primogenita Rumer appena nata (1989). Si potrebbe andare avanti all’infinito, e ogni omissione sarebbe comunque clamorosa. Perché Ron Galella — «The King of Paparazzi», il «Paparazzo Extraordinaire» (Newsweek), «Godfather of U.S. Paparazzi Culture» (padrino della cultura americana dei paparazzi; secondo Time e Vanity Fair) — scomparso nel sonno il 30 aprile a 91 anni, nella sua lunghissima vita ha pedinato, tormentato, assediato, sfinito personaggi di ogni tipo: da Richard Burton a Liz Taylor, da Gregory Peck ad Ava Gardner, da David Bowie a Bruce Springsteen, da Truman Capote a Louis Armstrong, da Andy Warhol ad Anna Magnani, da Marcello Mastroianni a Cassius Clay.

Papà Vincenzo, mamma Michelina

Papà Vincenzo di Muro Lucano, nel Potentino, costruiva bare. Mamma Michelina, oriunda del Beneventano, si occupava dei cinque figli e della casa sognando le vite delle star sulle riviste patinate. Ronald Edward Galella nasce e cresce nel Bronx finché non si arruola e parte per la guerra di Corea, dove impara a fare il fotografo. Con la buona uscita da soldato si iscrive all’ArtCenter College of Design di Pasadena, in California, dove si laurea in fotogiornalismo. Senza più soldi per aprirsi uno studio tutto suo a Manhattan, decide che sarà la strada il suo studio, fuori dai ristoranti, dai teatri, dai cinema, dai locali dove ciondolano le star del momento. «Una volta era facile fotografate la gente famosa, non esistevamo guardie del corpo. Potevo andare ovunque, ci andavo e basta. Così è nata la mia foto di David Bowie, John Lennon, Yoko Ono, Simon & Garfunkel nel backstage dei Grammy Awards», raccontò a Elle. Tenacia e determinazione non gli mancavano. Per fotografare Richard Burton e Liz Taylor sul loro yacht sul Tamigi si appostò per giorni in un magazzino pieno di topi. Brigitte Bardot la tampinò mentre faceva il bagno a Saint-Tropez, e quando lei si accorse dell’agguato tentò di affogarlo.

Jackie Kennedy: la magnifica ossessione

Ma due foto lo raccontano più di tutte, e non le ha scattate lui. In una è qualche passo indietro rispetto a Jackie Kennedy Onassis, l’inseparabile Nikon al collo (anzi, due) con cui aveva appena ritratto l’ex First Lady americana nella celeberrima «Windblown Jackie», l’istantanea in Madison Avenue con i capelli scompigliati dal vento e il sorriso enigmatico da Monna Lisa (aveva chiesto al taxista che lo aveva accompagnato di farla). Anche nell’altra è due passi indietro, questa volta rispetto a Marlon Brando, e indossa un casco da football per prevenire eventuali colpi dall’attore che gli aveva già spaccato la mascella e cinque denti dopo un tallonamento fuori da un ristorante cinese di New York (lo scatto è del collega Paul Schumbach). Ron Galella era riuscito a esasperare entrambi. Jackie O dopo il famoso scatto, ovviamente rubato, lo portò in tribunale per le continue intrusioni nella sua vita privata (sono tremila, in tutto, le foto dedicate alla vedova di John Fitzgerald Kennedy) e per la «sofferenza mentale subita». Finì con un divieto di avvicinamento a meno di 15 metri. Invece fu lui a denunciare Marlon Brando, dal quale ottenne un risarcimento di quarantamila dollari.

Il riconoscimento di Andy Warhol

Si può concludere che la sua cifra sia stata fotografare la persona e non il personaggio. Ma questa cosa la disse molto meglio Andy Warhol: «Una buona foto deve ritrarre una persona famosa mentre fa qualcosa di non famoso, essere nel posto giusto al momento sbagliato. Ecco perché il mio fotografo preferito è Ron Galella».

3 maggio 2022 (modifica il 3 maggio 2022 | 22:07)

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, 2022-05-03 20:37:00, È scomparso il fotografo dei divi, scomparso a 91 anni. La sua ossessione per Jackie Kennedy. Le imboscate a Richard Burton e Liz Taylor, Bardot tentò di affogarlo. Andy Warhol: «È il mio preferito», Elvira Serra

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