TRASPORTI
di Leonard Berberi25 nov 2022
Nelle ore in cui alcuni Stati hanno chiesto di riconsiderare la presenza di due piloti in cabina riducendolo a uno, il comandate di un volo Envoy Air — per conto di American Airlines — è deceduto pochi minuti dopo aver fatto decollare l’Embraer con 57 passeggeri a bordo. A riportare il velivolo a terra e in sicurezza è stato il primo ufficiale. Quello che la proposta vuole «rimuovere». Da qualche giorno c’è un grande dibattito nel trasporto aereo sull’idea — che torna ciclicamente — di lasciare un solo pilota a gestire il volo. Non solo perché in teoria la tecnologia di ultima generazione lo consentirebbe, ma anche per ridurre i costi operativi dei vettori e togliere «pressione» al mercato dei piloti che in questi mesi non è in grado di soddisfare la domanda. Ma la proposta suscita più di qualche malumore tra i passeggeri e i piloti stessi.
La proposta
Più di 40 Stati — compresi Germania e Regno Unito — hanno chiesto a Icao, l’agenzia Onu per l’aviazione civile, di lavorare perché il volo operato da un singolo pilota non solo diventi realtà, ma sia anche sicuro. Sul tema da tempo ci lavorano anche gli esperti di Easa, l’Agenzia europea per la sicurezza aerea, e i costruttori di Airbus tanto che ci sarebbe già una prima data: il 2027. Ma le incognite sono tante. E i dubbi pure. E hanno a che fare pure con una regola ferrea del settore, quello della «ridondanza»: ogni sistema a bordo — anche umano — deve avere un suo doppione per verificare e per subentrare nel caso quello principale non dovesse funzionare correttamente. Si pensi, per esempio, al controllo incrociato che gli assistenti di volo fanno poco prima del decollo. O ai sensori esterni dell’aereo.
Nel passato
Negli anni le cabine sono diventate meno affollate. Fino al 1960 — ricorda Bloomberg — c’erano sempre un comandante, un primo ufficiale, un ingegnere, un radio operatore e un navigatore. Poi la tecnologia ha fatto passi così avanti che sui voli di breve e medio raggio al massimo se ne vedono due con la regola, ferrea in Europa negli ultimi anni, di non lasciare mai la cabina con una sola persona: per cui quando uno dei due piloti deve allontanarsi un attimo viene sostituito — non ai comandi, ovviamente — da un assistente di volo.
I passi
L’approccio di Easa punta sul fatto che se mai si dovesse arrivare alla riduzione dei piloti a bordo il volo comandato da una sola persona deve essere sicuro quanto quello che ne vede due alla guida come è oggi. Per questo si punta a una cosa graduale. Il primo passo potrebbe vedere l’autorizzazione a far operare un solo pilota nella fase meno problematica del volo, quello della crociera, e solo in assenza di eventuali perturbazioni lungo la rotta. In un viaggio intercontinentale, per esempio, il secondo pilota potrebbe anche riposare in una delle poltrone dietro, non richiedendo più la presenza di un terzo pilota che oggi di solito dà il cambio. L’ultimo passo — ma qui si va oltre il 2030 — sarebbe la presenza di un solo pilota a bordo ma solo se c’è una tecnologia che è in grado di intervenire e far atterrare in sicurezza il velivolo nel caso in cui il comandante dovesse non essere più in grado.
La percezione pubblica
«Credo sia più un problema psicologico che tecnologico», ha detto a un evento a Bangkok organizzato da Bloomberg Alexander Feldman, presidente della divisione del sud-est asiatico di Boeing, uno dei colossi che costruisce i velivoli. «La tecnologia c’è già per la guida mono-pilota, dipende solo quando gli enti regolatori e le persone si sentiranno a loro agio con questa realtà». Dall’altro lato Airbus conferma che sta lavorando con tutti gli interessati per capire come ridurre i piloti da 3 a 2 nei collegamenti di lungo raggio.
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, 2022-11-25 12:35:00, La proposta di oltre 40 Paesi all’Icao, l’agenzia Onu per l’aviazione civile. Le perplessità degli addetti ai lavori e dei passeggeri. Per l’Easa ci sarebbe già una prima data: il 2027, Leonard Berberi