I docenti leggono in estate? A quanto pare sì e anche molto. In pratica, non “staccano mai la spina”. Secondo i risultati di un sondaggio realizzato dalla Tecnica della Scuola, a cui hanno partecipato 513 utenti, quasi tutti insegnanti, il 96,8% si dedica copiosamente alla lettura anche nel lungo periodo della pausa estiva.
Il 65,2% dei docenti, in particolare, ha intenzione di leggere più di 4 libri su due generi principali: i grandi classici e i romanzi storici. Seguono i gialli e le biografie, ma anche testi più specifici quali metodologie didattiche, antropologia, pedagogia e altro.
I risultati sembrano andare dalla parte opposta delle preferenze degli studenti. Infatti, secondo un recentissimo sondaggio realizzato da Skuola.net, su un campione di 1.500 allievi di scuola secondaria di primo e secondo grado, uno studente su sette prevede di non aprire nemmeno un libro, nemmeno quello assegnato dagli insegnanti durante le vacanze estive.
Che ci sia una crisi sulla lettura (ma non tra gli insegnanti) è un dato che arriva anche dal gruppo statistico PIAAC – OCSE, secondo il quale gli italiani non leggono o lo fanno poco e male, con la conseguenza di non potersi spingere oltre il contenuto fattivamente materiale dei testi.
Il disegno di legge del Pd
Per opporsi a questa tendenza, periodicamente vengono depositati dei disegni di legge che propongono modalità di vario genere per migliorare gli apprendimenti. L’ultimo, in ordine cronologico, è del senatore Nicola Irto, del Partito democratico. Si tratta, ha spiegato lo stesso parlamentare dem, di volere “promuovere la lettura in età prescolare, dunque di contrastare sin dall’infanzia fenomeni di analfabetismo, dispersione scolastica e condizionamento psicologico tramite contenuti del web”.
L’articolato, sottoscritto anche dai senatori Cecilia D’Elia, Andrea Crisanti, Vincenza Rando e Francesco Verducci, componenti dem della commissione Cultura, prevede una serie di interventi per favorire e incentivare la lettura da parte dei bambini, anche come alternativa all’utilizzo continuativo dei dispositivi elettronici.
Si va dalla possibilità di realizzare piccole biblioteche negli asili nido e nelle scuole dell’obbligo a quella di creare spazi di lettura negli studi pediatrici, nei reparti o negli ambulatori degli ospedali, nei consultori e nei centri vaccinali.
Il ddl a prima firma Irto, inoltre, prevede la redazione di un apposito Piano triennale e l’istituzione, presso il ministero della Cultura, di un Tavolo di lavoro specifico con esperti.
Scoprire, attraverso una nostra rilevazione di dati nazionali, che i docenti quando si parla di lettura risultano una categoria a parte, è un dato indubbiamente rassicurante.
Precisiamo che l’indagine è stata realizzata dalla testata giornalistica “La Tecnica della Scuola” nel periodo che va dal 1° al 4 agosto 2023. Hanno partecipato 513 soggetti. Il sondaggio non ha carattere di scientificità: i risultati derivano da conteggi automatici.
La Tecnica della Scuola non si assume alcune responsabilità per utilizzi impropri o parziali dell’esito dell’indagine effettuata.
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