di Federico Berni
In paese tutti ricordano la 58enne per il suo sorriso. Abitava con il nuovo compagno e il minore dei suoi tre figli, che l’ha pestata a morte e poi ha infierito sul cadavere. Uno dei fratelli si è sentito male
Di Fabiola, che più o meno tutti in paese conoscevano, la prima cosa che viene ricordata è «il sorriso». Su suo figlio Davide, 24 anni, il più giovane di tre fratelli, cala invece un velo di incertezza, tra gli abitanti di Aicurzio, Comune finito ieri alla ribalta per un orrore che nessuno avrebbe mai neanche immaginato, tra i silenzi di questo piccola comunità di poco più di duemila abitanti del Vimercatese, in provincia di Monza. Un ragazzo «schivo, riservato», dicono. Un po’ «problematico», si sbilancia qualcuno. Ma certo nessuno avrebbe mai pensato che Davide Andrea Garzia, disoccupato, mai un guaio con la legge, poco dopo mezzogiorno di giovedìpestasse a morte la madre Fabiola Colnaghi, 58 anni, prima di infierire sul corpo della donna scrivendole sopra, tagliandole i capelli, addirittura rovesciandole della candeggina addosso.
Tutti increduli, a partire da coloro che, quando mancavano pochi minuti all’una, lo hanno visto uscire ammanettato con due carabinieri. Apparentemente tranquillo, visto che è stato proprio lui a chiamare il 112 per dire che aveva ammazzato la madre a mani nude. Lui che, successivamente, avrebbe detto di sentirsi «trascurato», e quasi infastidito dal sorriso della madre con la quale, comunque, c’erano delle liti, ma mai realmente gravi, secondo quanto riferiscono i carabinieri. Le dichiarazioni del 24enne, arrestato con le accuse di omicidio aggravato e vilipendio di cadavere, devono essere ancora valutate a fondo dagli inquirenti.
Non risulta, almeno stando ai primi riscontri, che sia mai stato in cura per problemi di depressione o psichici. Le sue ipotetiche ombre interiori, però, fanno certo da contraltare all’immagine che il paese restituisce di Fabiola Colnaghi. La vedevano ogni mattina, che usciva presto per camminare insieme al suo compagno. Appariva come una donna molto serena, «la Fabiola», come viene chiamata. Ad Aicurzio era nata e cresciuta, così come i suoi tre figli (uno dei quali giovedì si è sentito male).
Alle spalle aveva una separazione dall’ex marito (il padre dei tre fratelli), che anni fa è venuto a mancare. Viveva con il nuovo partner, e con quello che ieri è diventato il suo carnefice, il figlio Davide, in un appartamento in via della Vittoria numero 6, una strada che rispecchia lo scenario più tipico della provincia brianzola (case basse, villette, campi e parcheggi semivuoti) appena fuori dal centro del borgo. La stessa casa in cui è stata trovata priva di vita dai carabinieri della compagnia di Vimercate, tra la cucina e il corridoio. «Una tragedia familiare che ci lascia tutti sbigottiti. Questa è una comunità in cui, bene o male, tutti ci si conosce tutti. In tanti sono accomunati da un legame di parentela, cosa che ci rende molto uniti e solidali — ha detto il sindaco di Aicurzio Matteo Baraggia, presente a portare la sua vicinanza ai familiari della vittima — Forse la cosa migliore, di fronte a un fatto di questa portata, è il silenzio».
Se vuoi restare aggiornato sulle notizie di Milano e della Lombardia iscriviti gratis alla newsletter di Corriere Milano. Arriva ogni sabato nella tua casella di posta alle 7 del mattino. Basta cliccare qui.
22 aprile 2022 (modifica il 22 aprile 2022 | 08:21)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
, 2022-04-22 06:22:00, In paese tutti ricordano la 58enne per il suo sorriso. Abitava con il nuovo compagno e il minore dei suoi tre figli, che l’ha pestata a morte e poi ha infierito sul cadavere. Uno dei fratelli si è sentito male, Federico Berni