Aiden Aslin, chi è l’inglese  condannato a morte in Donbass. Londra: «Atto brutale»

Aiden Aslin, chi è l’inglese condannato a morte in Donbass. Londra: «Atto brutale»

Spread the love

di Luigi Ippolito

Con lui, anche il connazionale Shaun Pinner e il marocchino Saadoun Brahim. «Sono prigionieri di guerra», ha detto la ministra degli Esteri Liz Truss. «Questo è un processo farsa senza alcuna legittimità»

dal nostro corrispondente

LONDRA — Ha solo 28 anni ma in qualche modo è già un veterano Aiden Aslin, uno dei due britannici che combattevano nelle forze ucraine e si sono visti condannati a morte dai russi dopo essere stati catturati: Aiden infatti, tra il 2015 e il 2017, ha militato nell’esercito curdo in lotta contro le milizie dell’Isis in Siria. Nonostante non avesse alle spalle alcuna preparazione militare in Gran Bretagna, Aiden, che è di Newark, nel Nottinghamshire, aveva lasciato il suo lavoro di assistente sociale per arruolarsi con i curdi dopo essere rimasto scioccato dalle atrocità commesse dallo Stato Islamico. Tornato in patria, era stato incriminato per terrorismo, ma le accuse erano state lasciate cadere anche grazie a una campagna pubblica di pressione.

Nel 2018 Aiden si era trasferito in Ucraina, a Mykolaiv, dopo aver incontrato la sua fidanzata ucraina durante un viaggio. Il giovane britannico aveva preso la cittadinanza locale e la coppia aveva programmato le nozze per questa estate. Secondo i suoi familiari, Aiden si era arruolato nell’esercito ucraino perché aveva difficoltà a trovare lavoro nella sua nuova patria. Il britannico era stato aggregato alla 36esima brigata dei marines di Kiev, protagonista della resistenza nelle acciaierie Avzostal di Mariupol. Aiden era diventato nei mesi scorsi una star dei social media, con decine di migliaia di follower, grazie ai video che postava dal fronte col nome di battaglia di Cosacco Gundi. Nel suo ultimo messaggio, lo si vedeva camminare fra le rovine dell’acciaieria: «Se state guardando questo video — diceva — significa che ci siamo arresi. Abbiamo esaurito tutte le nostre risorse, siamo senza cibo e munizioni».

Dopo la cattura, Aiden è stato esibito alla tv russa e bollato come un «mercenario», in un video dove lo si vedeva ferito e insanguinato. Successivamente, in un altro video precedente la sentenza, gli viene estorta una specie di confessione in cui dice: «Prego Dio che il popolo del Donbass mi perdoni per le mie azioni e veda che sono stato ingannato. Chi di spada ferisce di spada perisce». A Londra le reazioni alla condanna a morte sono state furiose. «Sono prigionieri di guerra», ha detto la ministra degli Esteri Liz Truss. «Questo è un processo farsa senza alcuna legittimità». Il premier Boris Johnson si è detto «profondamente preoccupato» e il suo governo sta lavorando assieme a quello di Kiev per ottenere il rilascio dei britannici.

Il più duro è stato il presidente della Commissione Esteri di Westminster, Tom Tugendhat, un veterano dell’Afghanistan: «Questo non è uno Stato, questo non è un tribunale e i giudici sono solo persone travestite. La realtà è che si tratta di una cosa assolutamente brutale». E l’ex ministro Robert Jenrick, deputato per la circoscrizione di Aiden, ha aggiunto che «questo disgustoso processo-farsa in stile sovietico è l’ultimo richiamo alla depravazione del regime di Putin». La famiglia del giovane ha dichiarato che «lui e Shaun (l’altro britannico), come membri delle forze armate ucraine, dovrebbero essere trattati con rispetto come ogni altro prigioniero di guerra. Non sono e non sono mai stati mercenari».

10 giugno 2022 (modifica il 10 giugno 2022 | 14:41)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-06-10 12:42:00, Con lui, anche il connazionale Shaun Pinner e il marocchino Saadoun Brahim. «Sono prigionieri di guerra», ha detto la ministra degli Esteri Liz Truss. «Questo è un processo farsa senza alcuna legittimità», Luigi Ippolito

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.