di Peppe Aquaro
Nel centro di Trani avviata la Locanda che coniuga cucina di qualità, teatro e socialità. Iniziativa della cooperativa locale con utenza dai 18 ai 65 anni. Impiegati sedici ragazzi con disabilità
«Mi piace accogliere i clienti e servire ai tavoli. Mi diverte un sacco: poi canto, faccio il karaoke sui brani di Giorgia e Shakira. E in questi giorni stiamo pure preparando uno spettacolo teatrale». Angela Pacini, 55 anni, è un fiume in piena non appena le viene chiesto qual è il suo compito alla Locanda del Giullare, il «ristorarte» aperto da poche settimane nel centro di Trani, in piazza Mazzini, a due passi dalla celebre Cattedrale pugliese. Vi lavorano sedici ragazzi con disabilità: dieci in sala e sei in una cucina rigorosamente a vista. Quel nome, «Giullare», non è altro che il terzo atto di un discorso iniziato poco più di venti anni fa: con la compagnia teatrale Il Giullare e l’omonimo Festival nazionale «Il Giullare – Teatro contro ogni barriera», creati dalla cooperativa tranese «Promozione sociale e solidarietà», diretta da Cinzia Angarano.
Sorpresa
«Che cosa faccio? Di tutto: dagli antipasti ai secondi. Ma la mia specialità sono le orecchiette con le cime di rapa», spiega Gaetano Pedone, aiuto cuoco e giocoliere: in quanto, a un certo punto della cena, il 46enne Gaetano tira fuori una corda, la lega tra due sedie e inizia il suo numero. Ma può capitare anche di costringere i clienti ad alzarsi da tavola perché un paio di camerieri travestiti da signore delle pulizie hanno deciso di sorprendere tutti con la gag che non ti aspetti. Tutta colpa di Marco Colonna, attore comico, regista e anima teatrale della compagnia, coinvolto anche in questa ultima performance culinaria: «Lo stupore più grande è stata la sera dell’inaugurazione. La brigata di sala e cucina ha subito dimostrato di possedere i meccanismi comici dell’intrattenimento. I ragazzi sono stati perfetti e non si sono fatti distrarre da nulla».
Parole firmate e controfirmate da Antonio Di Gregorio, lo chef 36enne talmente lontano dal mondo della disabilità da esserne rimasto folgorato subito dopo aver conosciuto la brigata della cucina: «Non li conoscevo. Me ne aveva parlato il collega e amico in questa avventura, Alessio Di Micco. Ma mi è bastato vederli lavorare, mettendoci anima e corpo nel realizzare un ciambellone perfetto, per far scattare la scintilla: questo sarà il nostro ristorante». «La nostra è una cucina a chilometro zero. Solo prodotti freschi. E la gente dimostra di apprezzare ciò che facciamo: parlano da soli i 50 coperti all’interno e 40 all’aperto. Pieni. Sempre»: sono ancora parole dello chef del «Tegame alla tranese» (una pasta al forno con polpettine, funghi e pomodoro ciliegino) e della Tiella con riso patate e cozze.
Taralli
«Pane e taralli sono sfornati dal laboratorio del Centro Jobel, una struttura di accoglienza della parrocchia Santa Maria del Pozzo, qui a Trani, fondata da don Mimmo De Toma, e guidata dal nostro Centro di promozione sociale e solidarietà»: lo dice la presidente della cooperativa, Cinzia Angarano, coordinatrice di una utenza dai 18 ai 65 anni di età e per la quale sono garantiti servizi che vanno dalla «Casa per la vita» al «Pronto intervento sociale», dal «Centro Antistalking» al «Marketico», un negozio per la vendita dei prodotti realizzati dagli stessi ragazzi. Veri giullari del nostro tempo.
«Sì, siamo tutti giullari, ai margini della società, ieri come oggi: ma vogliamo far sentire la nostra voce prendendo in giro i potenti e i cosiddetti normodotati», racconta Angarano, proiettandosi già ai giorni del Festival, dal 17 al 24 luglio a Trani (sul sagrato della Cattedrale il 7 agosto la serata finale). Aspettando che i camerieri si tolgano il grembiule per salire sul palchetto del loro ristorante o sulla «Cassarmonica», a due passi dal numero 8 di piazza Mazzini. Quando tutto tornerà alla normalità e i giullari si saranno ripresi la scena.
29 maggio 2022 (modifica il 30 maggio 2022 | 05:53)
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, 2022-05-30 03:55:00, Nel centro di Trani avviata la Locanda che coniuga cucina di qualità, teatro e socialità. Iniziativa della cooperativa locale con utenza dai 18 ai 65 anni. Impiegati sedici ragazzi con disabilità, Peppe Aquaro