Aleksandar Hemon: «È in atto un genocidio: il popolo ucraino distrutto come fu in Bosnia»

Aleksandar Hemon: «È in atto un genocidio: il popolo ucraino distrutto come fu in Bosnia»

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di Alessia Rastelli Lo scrittore nato a Sarajevo: Europa troppo conciliante, ora ponga fine a tutte le transazioni con Mosca. La nostra sete di petrolio ha prodotto il putinismo

«La Russia sta commettendo un genocidio. La differenza, rispetto a quanto accadde in Bosnia al tempo dell’aggressione serba, è che l’Ucraina ha un esercito formato e addestrato: la guerra potrebbe durare a lungo, e Vladimir Putin non vincerla mai». Lo scrittore Aleksandar Hemon, bosniaco con un padre di origine ucraina, parla dagli Stati Uniti. Lì vive dal 1992, quando il blocco dell’aeroporto nella Sarajevo assediata gli impedì di rientrare.
Che effetto le fa l’invasione dell’Ucraina?
«Nel 1991 ero a Kiev quando fu dichiarata l’indipendenza: ero lì per sostenerla. I miei antenati si trasferirono in Bosnia dalla Galizia, da una zona corrispondente all’attuale Ucraina occidentale. Ma se anche così non fosse, sarei comunque triste e furioso. Persone innocenti stanno morendo perché un dittatore di second’ordine e i suoi compari coltivano fantasie di grandezza».
Vede somiglianze con quanto accadde in Bosnia?
«C’è una parentela anche oggi tra i nazionalisti russi e i nazionalisti serbi. Il leader dei serbo-bosniaci, Milorad Dodik, è un fervente fautore del putinismo. L’unico Paese in cui il governo e un numero significativo di cittadini sostengono l’invasione russa è la Serbia. E la stampa serba, largamente controllata dal presidente Aleksandar Vucic, è molto eccitata per il genocidio in corso, così come lo era e ha partecipato al genocidio in Bosnia».
Perché questa reazione?
«Possono cogliere in Ucraina una sorta di omaggio a Slobodan Miloševic, al suo esercito omicida e ai suoi paramilitari, che orchestrarono anche l’occupazione di parti dei Paesi sovrani vicini con la scusa di patrioti “locali” che si sollevavano contro l’oppressione. Igor Girkin — il delegato terrorista di Putin in Crimea, Donbass, Transnistria, Cecenia, già agente dell’Fsb (il servizio per la sicurezza della Federazione russa) — ha combattuto con i serbi in Bosnia. C’era, e c’è tuttora, un coordinamento di alto livello tra i servizi di sicurezza russi e serbi. La Serbia è solo un gradino sotto la Bielorussia nell’obbedienza alla Russia, mentre cerca di entrare nell’Unione europea».
Lei ha scritto su Twitter: «Quello che la Russia sta facendo è un genocidio. Mai più? Ancora. La società putinista deve essere distrutta, come è stata distrutta la società nazista».
«La Russia sta commettendo un genocidio perché sta uccidendo tantissimi civili e distruggendo intere città e comunità con l’intenzione di annientare lo Stato e il popolo ucraino. È una guerra per il territorio, proprio come la guerra in Bosnia, per la quale la popolazione deve essere uccisa o espulsa. In patria, inoltre, Putin ha sempre gestito uno stato di polizia, e ora c’è sia una repressione brutale sia un tipo di propaganda di cui Joseph Goebbels (ministro del Terzo Reich, ndr) sarebbe stato orgoglioso».
Se si arrivasse a un accordo, l’Ucraina avrebbe comunque perso parte della sua popolazione, uccisa o rifugiata all’estero.
«Nessun ucraino vuole rimanere sotto Putin. Non ci sarà pace finché l’Ucraina non sarà di nuovo libera. I suoi cittadini hanno anche visto il disastro dell’Accordo di Dayton alla fine della guerra in Bosnia, poiché ha di fatto premiato gli assassini con i territori in cui hanno ucciso di più».
Cosa pensa dell’atteggiamento dell’Europa?
«L’Occidente e in particolare l’Europa in passato sono stati concilianti con Putin. Ora l’Europa deve porre fine a tutte le transazioni, considerarsi in guerra con la Russia e dire alla popolazione che sconfiggere Putin è una questione esistenziale».
Come valuta la condotta di altre potenze come Stati Uniti e Cina?
«L’America non ha una risposta monolitica. Immaginate cosa potrebbe accadere se Donald Trump, un asset russo, venisse rieletto. Con lui oggi la Russia sarebbe già al confine con la Polonia, forse oltre. Non si fermerebbe all’Ucraina. La Cina aspetta di capire se Putin sopravvivrà. Se a un certo punto lo percepirà condannato, lo lascerà cadere».
Lei è uno degli autori di «Matrix 4». Come legge questa serie alla luce di quanto sta accadendo?
«L’ultimo film parla di amore in un mondo fondamentalmente irreale. La cosa grandiosa dell’universo di Matrix è che il significato muta e si espande a ogni generazione di spettatori. Una cosa che torna è la necessità di cambiamento. Nella serie quella che appare l’unica realtà, la migliore, è invece una fantasia generata da chi è al potere».
Sarà possibile un cambiamento nella vita vera? Prima la pandemia, ora la guerra…
«Il putinismo è stato reso possibile dall’avidità e dalla nostra dipendenza dal petrolio, che sta anche distruggendo il pianeta. Sono solo uno scrittore, ma credo che ci dovrà essere un cambiamento, troppe persone stanno già soffrendo e morendo. Non si può escludere che nel futuro ci saranno ancora più sofferenza e morte, ma ci saranno comunque la musica, la poesia, e i bambini».

20 marzo 2022 (modifica il 20 marzo 2022 | 11:08)
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, 2022-03-20 10:11:00, Lo scrittore nato a Sarajevo: Europa troppo conciliante, ora ponga fine a tutte le transazioni con Mosca. La nostra sete di petrolio ha prodotto il putinismo, Alessia Rastelli

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