l’intervista Mezzogiorno, 24 giugno 2022 – 07:32 L’ex vicesindaco di Napoli e il richiamo dell’arcivescovo Battaglia sui banchetti in chiesa o nei locali attigui: «Se ci fosse stato un problema mi avrebbero già chiamata» di Anna Paola Merone «Mi sposerò a Santa Chiara e festeggerò nel chiostro dopo il sì». Alessandra Clemente, ex assessore della Giunta de Magistris e consigliere comunale, e l’avvocato Carmine Foreste il prossimo dicembre diventeranno marito e moglie. Il richiamo di monsignor Battaglia, che chiede il rispetto della norma che prevede di non festeggiare i matrimoni nei luoghi attigui alle chiese, non la impensierisce?«Assolutamente no. Ritengo che se ci fosse stato qualche problema mi avrebbero già contattato. A Santa Chiara, nel chiostro, i matrimoni vengono festeggiati dagli anni Ottanta. E una decisione diversa sarebbe davvero una retromarcia sorprendente, anche perché tecnicamente si tratta di uno spazio monumentale. Fatta questa dovuta premessa io ho sottoscritto un regolare contratto. E anche io rispetto a questo contratto ho una serie di obblighi». Obblighi di che tipo?«Il contratto mi vincola al rispetto di una serie di regole che, va detto, trovo giustissime. Dunque una cena seduti e non a buffet, niente fuochi d’artificio, niente atmosfera da sala da ballo». Festeggiare in sacrestia è una scelta giusta?«A questi patti sì. La mia festa con gli amici sarà altrove, una serata scatenata in allegria in uno spazio informale. I festeggiamenti legati al rito sono altra cosa, la scelta della sacrestia o del chiostro è un segno anzi di sobrietà. Io ne sono consapevole e avendo scelto la basilica di Santa Chiara, che per me è il simbolo stesso della pace, ho accettato di essere particolarmente misurata anche con gli addobbi. Non sono consentiti fiori e, se avessi voluto arrivare all’altare in una atmosfera da giardino incantato, avrei scelto diversamente». Il divieto insomma non la convince.«Trovo interessante poter contare su questi spazi, ma anche su Palazzo Reale, sul Mann, su spazi museali e attigui a chiese storiche per celebrare momenti importanti. Sarebbe una sconfitta fare un passo indietro, anche perché questi eventi portano sostegno a luoghi che hanno bisogno di attenzioni particolari e di una manutenzione continua. Poi, Napoli è ricca di luoghi fantastici dove fare una festa da discoteca. Spazi del tutto differenti da un sagrato o dalla sala di un museo, che va comunque preservata». Non ritiene che qualcuno, di fronte a questa rigidità ,sarà ulteriormente spinto a guardare ad un sì laico?«Mi auguro non sia così, ma è chiaro che la Chiesa deve abbracciare e includere, nel rispetto di regole sacrosante. Ma anche la politica deve avere lo stesso approccio, tendere una mano e comprendere i bisogni di una città». A cosa si riferisce?«Veniamo da un periodo di forti limitazioni e tutti abbiamo voglia di vivere la città con pienezza, di stare vicini. Molte coppie hanno voglia di sposarsi e festeggiare con amici e parenti e vogliono sentirsi accolte, vogliono che venga compreso il loro stato d’animo. Anche la burocrazia, poi, va oltre la realtà. La questione dei panni stesi, delle partite di pallone — contenute nella bozza di un documento poi cambiato — è paradossale. Non si tratta di difendere il decoro, ma di non comprendere l’anima di una città. Ho pubblicato una foto dei tantissimi ragazzi che, la notte prima degli esami di maturità, hanno tirato tardi a San Martino. Perché impedirlo? Perché rompere la magia di questi momenti? Meglio disporre una vigilanza più attenta e servizi di pulizia più incisivi la mattina successiva. Le nostre piazze e le nostre strade sono luoghi di tutti, di aggregazione, e non possono diventare biblioteche o spazi cristallizzati. Così come una chiesa non può diventare una discoteca. Ma non c’è davvero niente di male a brindare ad un sì pronunciato sull’altare restando, con lo stile giusto, nella cornice di un luogo sacro e speciale». La newsletter di Corriere del Mezzogiorno – CampaniaSe vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui 24 giugno 2022 | 07:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-06-24 17:13:00, L’ex vicesindaco di Napoli e il richiamo dell’arcivescovo Battaglia sui banchetti in chiesa o nei locali attigui: «Se ci fosse stato un problema mi avrebbero già chiamata»,