Alessandro Haber in sedia a rotelle per un intervento sbagliato: «Ho pensato di farla finita: non volevo essere un peso»

Alessandro Haber in sedia a rotelle per un intervento sbagliato: «Ho pensato di farla finita: non volevo essere un peso»

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di Laura Zangarini

L’attore racconta come ha vissuto l’incidente che da otto mesi lo ha costretto in quella condizione : «Oggi vedo il mondo a mezz’altezza, e non mi piace. Ma non voglio lamentarmi. Il primo obiettivo, ora? Camminare con le stampelle»

«Ho avuto momenti di grande depressione, ho anche pensato di farla finita. Non ero indipendente, mi sentivo un peso. Inutile. Agli altri ma soprattutto a me stesso. La mia energia diluita, dispersa. È stata dura. Ma ho pensato: c’è chi sta peggio. Ho avuto un’esistenza piena, ho realizzato tanti sogni. La vita mi ha regalato, e può ancora regalarmi, tanto. Per cui non devo, non voglio lamentarmi».

Da otto mesi Alessandro Haber, 75 anni, attore di cinema tra i più premiati della sua generazione (un David di Donatello, un Globo d’oro e cinque Nastri d’Argento), appassionato interprete di teatro, regista e cantante, non può muoversi senza la sedia a rotelle. Tutto è cominciato con un dolore alla gamba. Dal controllo medico emerge un importante schiacciamento di due vertebre, cui segue un’operazione alla schiena non perfettamente riuscita. Che rende necessario un secondo intervento e una lunga riabilitazione. Oggi, dice Haber, «vedo il mondo a mezz’altezza, e non mi piace». Ma, aggiunge, «non voglio lamentarmi. Sto facendo riabilitazione e, tra piscina e sedute di fisioterapia, che mi aiutano moltissimo, sento che il mio corpo sta cambiando, sto tornando in forze. Primo obiettivo: riuscire a camminare con le stampelle. Poi finalmente senza».

Non è stato facile per l’attore affrontare la sua improvvisa «disabilità». Ma il lavoro è una buona cura: «Ho tanti progetti in ballo. Sul fronte teatrale sto preparando uno spettacolo tratto dal libro di Massimo Carlotto La signora del martedì, con Giuliana De Sio e la regia di Pierpaolo Sepe. Nella prossima stagione lavorerò a una produzione del Teatro Stabile di Trieste, La coscienza di Zeno, di Svevo, regia di Paolo Valerio. Al cinema sarò nel cast di Nastro 01, opera prima del giovane regista Samuel di Marzo. Ma vivo meglio nella vita reale che sul set o sul palcoscenico, i personaggi che interpreto mi aiutano a scoprire meglio me stesso. Non ho certezze su chi sono, mi piace mettermi in gioco. Cerco sempre di fare cose che prima non c’erano. Di trovare una strada diversa».

Non poter camminare lo ha consegnato a strani sogni in cui «corro a perdifiato i 400 metri. Ho anche sognato di essere Tarzan, ma niente avventure in terre esotiche: ero un Tarzan che salva i migranti. Anche noi siamo stati migranti, ma lo abbiamo dimenticato. Invece accogliere fa bene. Penso ai rischi, ai pericoli di chi affronta viaggi che durano mesi, anni… Riflettendo invece sulla vicenda del missile caduto il Polonia ho pensato che mi piacerebbe essere un razzo, ma un razzo pieno di coriandoli, sparato sia in Russia che in Ucraina. Quanto è assurda e inutile la guerra!». Le considerazioni sulla morte, sottolinea, «diventano a un certo punto della vita inevitabili, cominci a perdere amici magari anche più giovani di te. Una cosa di cui mi sento in colpa. Con tutte le sue contraddizioni, la vita è un ballo meraviglioso, e io ho voglia di danzare ancora».

Mentre prima la gente che lo riconosceva in strada gli chiedeva foto o autografi, Haber nota ora le persone tendono a non avvicinarsi. «Negli sguardi furtivi, nei sorrisi pudichi leggo però solidarietà. Inizialmente non volevo uscire di casa. Oggi, che sono più forte, quando si avvicinano le consolo». Domani l’attore sarà a Palma Campania (Napoli) ospite, col collega Massimiliano Gallo, della serata conclusiva del Premio Vincenzo Russo (protagonista e martire della Rivoluzione napoletana del 1799), mentre domenica inaugurerà il nuovo Teatro di Fiesole (Firenze). «Sono momenti di distrazione che mi fanno felice, guai quando il telefono non squilla. Mi piace scherzare su queste cose, così come sui premi alla carriera. Che vivo sempre come una sorta di “avvertimento”: Haber, sei in lista d’attesa. Prima che accada, ti diamo la targa».

18 novembre 2022 (modifica il 18 novembre 2022 | 08:23)

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, 2022-11-18 07:23:00, L’attore racconta come ha vissuto l’incidente che da otto mesi lo ha costretto in quella condizione : «Oggi vedo il mondo a mezz’altezza, e non mi piace. Ma non voglio lamentarmi. Il primo obiettivo, ora? Camminare con le stampelle», Laura Zangarini

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