Alessandro Tomasi, un leader tranquillo che piace oltre la destra. E c’è già chi lo vede alle Regionali 2025

il protagonista 14 giugno 2022 – 07:09 Un’indole che è riuscita a far dimenticare il marchio del suo partito agli occhi di chi non è avvezzo alla destra di Giorgio Bernardini I motivi per cui Alessandro Tomasi è riuscito a metter una distanza così rilevante tra sé e Federica Fratoni sono materia per le analisi delle prossime ore. Tuttavia si può già ipotizzare che se qualcosa ha fatto la differenza, almeno per superare la fatidica soglia del 50%, questo è forse l’atteggiamento del sindaco ricandidato. «Il figlio del fornaio», come non dimentica di ripetere richiamando le sue origini popolari, si presenta costantemente sorridente e disteso. Lo faceva al primo turno cinque anni fa, quando aveva raccolto la metà dei voti di oggi; e lo ha fatto ieri, ancora al calar della sera, mentre i sodali tentavano di spiegargli che «oramai s’è vinto», che la sua avversaria glielo aveva già riconosciuto e che non aveva «senso aspettare ancora per uscire in piazza Duomo». Sta di fatto che la festa, sotto palazzo di Giano, è cominciata senza di lui. C’erano i suoi sponsor politici che dichiaravano alle televisioni, i supporter con il cartonato del sindaco agitato fra i festoni, le facce soddisfatte di chi è stato riconfermato in Consiglio comunale e non deve attendere 15 giorni per conoscere il proprio destino. «Una vittoria schiacciante, ma questo non conta, perché tanto — dice chi lo conosce bene — lui rimane mite e moderato, è la sua natura». Un’indole, insieme con le capacità dimostrate, che è riuscita a far dimenticare il marchio del suo partito, FdI, agli occhi di chi non è avvezzo alla destra. E che alla stessa destra piace perché fornisce l’immagine di una forza tranquilla, lontana dai toni urlati di certa destra. E che per questo potrebbe essere capace di intercettare anche la fiducia di un campo largo che verrà per altri obiettivi. Il capogruppo di FdI in Regione Francesco Torselli lancia «da Pistoia» la corsa per le Regionali 2025 contro Eugenio Giani (forse). Più cauto Giovanni Donzelli, esponente nazionale del partito, che non nasconde ambizioni e soddisfazione ma preferisce indugiare sugli ingredienti: «Questa affermazione è un cambio di paradigma: non è più il centrodestra che vince in Toscana per caso, ma è il buongoverno che viene premiato». Anche il coordinatore regionale di Forza Italia Massimo Mallegni è cauto, ma non si nasconde: «Questa vittoria rende Tomasi un punto di riferimento per il centro destra toscano. Tra tre anni però, un Giani che non sta governando può sfidarlo chiunque sia moderato, purché la coalizione resti unita. In questo chiunque è compreso anche Tomasi». Persino i parenti — spesso serpenti — della Lega vacillano: «Tre anni — commenta il commissario del Carroccio Mario Lolini — sono tanti, ma Tomasi è una vera risorsa. Non m’importa che sia di FdI, il punto fondamentale resta la compattezza della coalizione». La newsletter Se vuoi restare aggiornato sulle notizie di Firenze iscriviti gratis alla newsletter del Corriere Fiorentino. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui 14 giugno 2022 | 07:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-06-14 05:10:00, Un’indole che è riuscita a far dimenticare il marchio del suo partito agli occhi di chi non è avvezzo alla destra,

Pietro Guerra

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