La pallavolista Alessia Orro, che fece arrestare il suo stalker: Io, perseguitata, adesso aiuto le altre ragazze

di Pierfrancesco Catucci

La capitana e palleggiatrice del Vero Volley (e della Nazionale) racconta la sua storia: Le donne devono trovare la forza e il coraggio. Ho tenuto duro, non ho mollato anche quando intorno era tutto buio. Ora sono felice

Alessia Orro arriva con Palma in braccio. La cucciola di labrador ha tre mesi ed con lei da poche settimane. Vuole giocare, infila il muso nella borsa alla ricerca di chiss cosa: Ormai la mascotte della squadra. La capitana e palleggiatrice del Vero Volley (e della Nazionale) stasera esordisce a Milano, nuova casa del club dalla prossima stagione. Puntiamo alla semifinale di Champions e alla finale scudetto mette subito in chiaro senza mezzi termini. Determinazione e coraggio (e testardaggine, aggiunge lei) non le fanno difetto. In campo e fuori. La vita mi ha insegnato che bisogna scegliere bene le persone di cui circondarsi: io ora faccio entrare nel mio mondo solo quelle di cui fido incondizionatamente.

Di chi si fida?
Della mia famiglia, che mi manca tanto. E degli amici veri, quasi tutti del mondo del volley.

una scelta?
Non facile instaurare rapporti disinteressati quando diventi un personaggio pubblico. La pallavolo il mio mondo, nello spogliatoio e in campo pi facile conoscersi davvero. E poi sono diventata pi cauta e diffidente per via di quello che ho vissuto negli ultimi anni. Ora ci metto di pi a fidarmi delle persone.

Lei ha denunciato e fatto arrestare l’uomo che per due volte l’ha perseguitata. Tante donne fanno fatica a trovare la sua stessa forza.
Io l’ho trovata nelle persone che mi vogliono bene, ma soprattutto dentro di me. E spero che la mia storia possa essere d’aiuto per qualcuno. Le parole, in questi casi, servono a poco. Sono gli esempi a darti coraggio. “Se ce l’ha fatta Alessia, posso farcela anche io”. Mi auguro che qualche donna possa trovare cos la forza per reagire.

Le hanno scritto in tanti in questi mesi?
Tante ragazze, ma anche un ragazzo. Alcuni ce l’hanno fatta, altri ancora no. A loro ho consigliato di parlare con una persona cara. Di cercare il coraggio nel profondo della propria anima. Io ho tenuto duro, non ho mollato anche quando intorno era tutto buio. Ora sono felice.

Quanto cambiata?
Tantissimo. Prima ero una ragazza sempre con la testa tra le nuvole, istintiva, non pensavo alle conseguenze delle mie azioni. Ora sono pi matura, razionale, pi attenta nelle relazioni e ho bisogno di pi tempo per aprirmi davvero.

Ma ha trovato l’amore.
La storia con Luciano (De Cecco, palleggiatore della Lube Civitanova campione d’Italia e dell’Argentina bronzo olimpico, ndr) iniziata un anno e mezzo fa. Abbiamo provato a tenerla solo per noi per un po’, ma ormai era il segreto di Pulcinella. A Capodanno l’abbiamo resa pubblica. Siamo una bella coppia.

Vedersi complicato?
un sudoku, soprattutto in questo periodo. Ma abbiamo trovato il nostro equilibrio. Questo, per, un tema importante. Tra estate e inverno, non mi fermo da 11 anni. Non si pu andare avanti cos: siamo atleti, non robot.

Si spieghi meglio.
Rientrata dal Mondiale, ho riposato due giorni. Poi sono tornata in campo perch iniziava subito il campionato. Abbiamo giocato ogni tre giorni. Poi la Champions. E in primavera si riparte con la Nazionale: Nations League, Europeo, qualificazione olimpica. Non c’ il tempo di recuperare le energie fisiche e mentali.

E si finisce per scoppiare come successo a Egonu che ha chiesto una pausa?
Capisco Paola. Non un caso che gli infortuni stiano aumentando negli ultimi anni. Per un giocatore un suicidio andare avanti a questo ritmo. Abbiamo provato a far sentire la nostra voce ma non ci ascoltano. Forse solo quando qualcuno rinuncer alla Nazionale, ci si render conto che il momento di tirare il freno. Paradossalmente, i mesi di lockdown sono stati la mia rinascita fisica. Poi, per, punto e a capo.

Ogni tanto riesce a ritagliarsi qualche momento per s?
Ci provo: faccio una passeggiata con Palma, incastro gli appuntamenti rimandati quando ero in Nazionale, guardo qualche serie tv. L’ultima volta che ho fatto shopping stato pi di due mesi fa.

I social aiutano o sono un peso?
Comincerei col fare una distinzione: sto il pi lontano possibile da Facebook perch diventato il pi “sporco” e pieno di gente che sembra non veda l’ora di ferirti. Durante le competizioni cancello l’app. Instagram diverso, anche perch la media degli utenti pi giovane. Ma c’ chi, come Miriam Sylla, la capitana della Nazionale, cancella tutti i social quando concentrata su un torneo.

Chi Sylla per lei?
Una persona speciale, cristallina, senza maschere. Una di quelle di cui puoi fidarti a occhi chiusi. Torniamo sempre l: ho imparato che la fiducia il pilastro di ogni rapporto. Di lei non ho dubbi.

difficile essere lei?
Un po’ si (sorride, ndr). Gli impegni sono tanti, le pressioni pure e il tempo per s poco. Da fuori si vede solo una faccia della medaglia. Anche i miei amici mi prendono in giro: “Sei famosa, guadagni bene…”. E tutti i sacrifici? Sono andata via di casa a 14 anni. Mentre loro uscivano, io studiavo o ero in palestra ad allenarmi. Non da tutti riuscirci. Ma io sono testarda. Non sarei sarda, altrimenti. E ora ho un impegno con questo club che mi ha dato tanto: voglio vincere.

18 gennaio 2023 (modifica il 18 gennaio 2023 | 07:49)

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