di Pierfrancesco Catucci
Intervistato dalla Cnn, il terzino del Liverpool e della Nazionale inglese racconta come ami contribuire alle faccende domestiche, a differenza di tanti colleghi giovani
Basta chiudere gli occhi, pescare a caso tra i calciatori di primo piano e immaginare le loro vite dorate, tra ville extralusso, yacht per l’estate e tutta una serie di comfort lontani anni luce dalla vita vera. Occhio, però, perché se quello pescato è Trent Alexander-Arnold, terzino del Liverpool con cui ha vinto (tra le altre cose) una Premier League e una Champions (e pochi mesi fa ne ha persa una in finale), le cose cambiano. A 23 anni, il terzino inglese titolare della fascia dei Reds (che ha saltato l’Europeo per infortunio), nonostante un ingaggio da 2 milioni di sterline (poco meno di 2,5 milioni di euro), vive a casa con i genitori e li aiuta quotidianamente nelle faccende domestiche.
La rivelazione in un’intervista alla Cnn: «Penso che spesso i giocatori giovani abbiano troppa fretta. E così, con i primi ingaggi importanti comprano case, auto e altre cose superflue. E cambia tutto l’ambiente intorno a loro. Perché magari fino a quel momento sono stati abituati ad avere genitori che si preoccupavano di loro in tutto e per tutto, dalla pulizia della casa alla preparazione dei pasti. E poi, quando vanno a vivere da soli, se c’è da lavare le stoviglie dicono: “Vabbé, lo farò dopo”. E tutto si accumula». Alexander-Arnold, invece, ama contribuire alle faccende domestiche. «Mi è sempre piaciuto essere circondato dalla famiglia ed è grazie a loro se sono arrivato dove solo. Credo sia giusto lavare i piatti quando necessario o aiutare in casa. Non c’è motivo di avere fretta di andar via».
La sua, d’altronde, è una storia che ruota attorno alla famiglia. Perché, per certi versi, anche il Liverpool lo è. Lui, nato proprio nel capoluogo del Merseyside, è cresciuto con il mito dei Reds. Era tra i tifosi scesi in piazza nella rocambolesca vittoria della Champions sul Milan (in rimonta da 0-3 a 3-3 e poi ai rigori). E il suo ingresso in quella famiglia arrivò per puro caso: «C’era un camp e il club invitò la mia scuola. I professori chiesero: “Chi vuole andare?”. Io alzai la mano, così come quasi tutti i miei compagni. Fecero un sorteggio e io fui tra i fortunati». E, il giorno del primo allenamento, uno degli scout del Liverpool riconobbe il talento e andò dalla mamma: «Lo vorremmo con noi, se siete d’accordo». Il resto è storia, con 162 presenze, 10 reti e 45 assist e 115 vittorie contro appena 19 sconfitte.
6 agosto 2022 (modifica il 6 agosto 2022 | 19:50)
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, 2022-08-06 21:15:00, Intervistato dalla Cnn, il terzino del Liverpool e della Nazionale inglese racconta come ami contribuire alle faccende domestiche, a differenza di tanti colleghi giovani, Pierfrancesco Catucci