di Pierluigi Panza
Chailly: esalto la grande musica Il sovrintendente Meyer; rifiutiamo la caccia alle streghe, la grande musica russa deve vivere indipendentemente
MILANO Sono passati cento giorni dalla sera in cui Valery Gergiev dirigeva la prima della «Dama di picche» mentre i carri armati russi invadevano l’Ucraina e, da allora, molte cose sono cambiate, anche alla Scala. La stagione 2022-23 è articolata, esito di programmi pensati da tempo, ma pone anche l’interrogativo leninista «che fare?» della Russia: ci sono opere e cantanti russi, direttori da paesi ex sovietici, ballerini fuggiti da Putin e un soprano già risdoganato. Perché solo a Gergiev è stato chiesto di ripudiare la guerra? «Perché – risponde il sovrintendente Dominique Meyer – in lui è stata vista una figura politica, non solo artistica».
Dunque, alla prima, il «Boris Godunov» di Musorgskjy, opera russa in russo con protagonista uno zar e i funzionari della Duma, ci sarà Ildar Abdrazakov, celebre basso russo premiato da Putin nel 2021. Anche il resto dei cantanti sarà russo. «E’ una mia richiesta – assicura Riccardo Chailly, che dirigerà l’opera -. Ho chiesto appartenenza linguistica perché ci vuole il gotha artistico. Bisogna che la grande musica russa possa vivere indipendentemente e dare la responsabilità a chi le merita». Sarà la prima versione, con regia di Kasper Holten. Chailly è un cultore di musica russa: «Sto portando avanti cinque percorsi sinfonici di musica russa». Dirigerà anche l’attesa «Lucia di Lammermoor» (versione integrale con battute inedite) pronta allo scoppio del Covid (cantano Lisette Oropesa e Juan Diego Flòrez, regia di Kokkos) mentre la «Salome» che ha diretto in streaming tornerà a Mehta. Dirigerà i Wiener in un programma straussiano e nella stagione sinfonica anche la Ottava di Mahler.
Abdrazakov sarà protagonista anche in «Les Contes d’Hoffmann» (con Grigolo, regia di Livermore) e del resto, «se fai Boris e Hoffmann non ci sono tanti interpreti – afferma Meyer -. Molti individui sono felici di ricevere riconoscimenti, ma non per questo sono assassini, non facciamo una caccia alle streghe». In gennaio ci saranno «I vespri siciliani» diretti da Luisi con regia di De Ana e inizio alle ore 19; anche altre opere anticiperanno l’orario su preferenza degli spettatori. Poi omaggio a Zeffirelli con la sua «Bohème»: sul podio Eun Sun Kim direttrice a San Francisco con Freddie De Tomaso e Marina Rebeka. L’«Andrea Chénier» con regia di Martone e scene di Margherita Palli sarà diretto da Marco Armiliato (con Yusif Eyvazov e Jonas Kaufmann alternati e Sonya Yoncheva); Emma Dante torna con la regia di «Rusalka» (cantanti quasi tutti russi), quindi il «Macbeth» di Livermore dove rivedremo la Netrebko. Da segnalare «Peter Grimes» con la direttrice australiana Simone Young e regia di Carsen, «L’amore dei tre re» diretto da Michele Mariotti (regia Fura dels Baus) e per il Barocco «Li zite ‘ngalera» con cantanti solo napoletani (dirige Andrea Marcon, regia di Leo Muscato).
La Stagione Sinfonica sarà aperta da Daniele Gatti con la Sinfonia n.3 di Mahler: torneranno anche Daniel Harding e Lorenzo Viotti. Ampia stagione di balletto con una sessantina di recite. Apre «Lo schiaccianoci» di Nureyev; Jacopo Tissi, che ha lasciato il Bolshoi, sarà in «Lago dei Cigni» e «Romeo e Giulietta» e ci sarà in altri balletti anche l’étoile Roberto Bolle. In definitiva, 14 opere, 7 i programmi di balletto (oltre al Gala Fracci) e sinfonica, poi recital, orchestre ospiti, pianisti… per un totale di 250 spettacoli. «La scelta del 7 dicembre è stata fatta prima della guerra – ricorda il sindaco, Giuseppe Sala -. Io sono contento, chissà che il “Boris Godunov” ci porti un Sant’Ambrogio di pace». Se ne riparlerà il 7 dicembre quando dovrebbero finire alcuni lavori di ripulitura della facciata.
6 giugno 2022 (modifica il 6 giugno 2022 | 19:04)
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, 2022-06-06 21:58:00, «Boris Godunov» avrà come protagonista Abdrazakov, divo premiato da Putin. Chailly: difendo la musica Il sovrintendente Meyer: rifiutiamo la caccia alle streghe, Pierluigi Panza