Allegri e Sarri: Juventus e Lazio si somigliano, loro si detestano

Allegri e Sarri: Juventus e Lazio si somigliano, loro si detestano

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di Alessandro Bocci

Toscani agli antipodi, tutte e due sulla panchina della Juventus, adesso le loro squadre hanno entrambe il punto di forza nella difesa.

Toscani agli antipodi. Allegri guarda il mare di Livorno, Sarri le colline intorno a Figline Valdarno, il suo buen retiro. Diversi negli atteggiamenti e nel lavoro sul campo: per lo juventino i giocatori vengono prima del gioco, per Sarri i principi sono alla base di tutto sin dai tempi in cui allenava tra i dilettanti. Domani sera chiuderanno la prima fase stressante di questo campionato in un faccia a faccia pieno di significati.

Allegri sta rinascendo dopo aver rischiato grosso, la credibilità e anche la panchina, nonostante le rassicurazioni del presidente Agnelli. Cinque vittorie di fila senza subire gol hanno ridato un po’ di colore ai bianconeri: «Prima di questo filotto facevamo fatica a vedere dove eravamo in classifica», ha raccontato l’allenatore al canale del club dopo l’1-0 in casa del Verona. Adesso la Juve potrebbe diventare l’anti-Napoli. Un ruolo, perché no, a cui potrebbe ambire anche la Lazio. Sarri al secondo anno nella Capitale sta tirando fuori il meglio del suo repertorio, il decantato sarrismo che ha fatto sognare Napoli. Allegri vuole i giocatori forti. Sarri, soprattutto, adatti al suo modo di interpretare il calcio, un gioco aritmetico fatto di triangoli perfetti in velocità con lo sviluppo quasi sempre verticale e la difesa orientata sulla palla.

Diversi nell’interpretazione del gioco, nel carattere e anche nell’apparire, Allegri sempre elegante dentro la divisa sociale, Sarri orgogliosamente in tuta perché lui si sente un artigiano del campo, quella è la sua strada. Si sono sfidati per lo scudetto ai tempi in cui Mau deliziava il San Paolo, poi diventato Maradona. Ma hanno cominciato a guardarsi in cagnesco molto prima, nel 2004, sui campetti periferici della Toscana. Allegri sulla panchina dell’Aglianese, Sarri su quella della Sangiovannese. Già allora non andavano d’accordo.

Massimiliano sembra perfetto per il motto di casa Juve, vincere è l’unica cosa che conta, anche se da quando è tornato sembra svanita l’antica magia. Nella sua testa il risultato viene prima di tutto. La Juve gioca male ma almeno è tornata cinica e concreta, porta a casa le partite alzando un muro davanti a Szczesny (o a Perin come contro l’Hellas) e fa male con le ripartenze. Soprattutto ha imparato a soffrire, anche quando va in apnea.

Ma la difesa è diventata anche l’arma della Lazio. Allegri ha la migliore del campionato, con soli 7 gol subiti, Sarri ne ha rimediato solo uno in più. Diversi, ma anche simili e magari l’accostamento non piacerà a nessuno dei due. Max si difende nel modo classico, quasi antico verrebbe da dire. Mau potrebbe obiettare che lo fa attaccando.

Domani sera allo Stadium, dove il laziale torna con l’obiettivo di prendersi una rivincita, ci sarà da divertirsi. E non mancheranno le scintille. È una partita cruciale. La Juve punta a vincerla per scavalcare i rivali, i biancocelesti per puntellare il secondo posto e magari, come ha fatto a Firenze, userà il contropiede.

Vedremo che partita salterà fuori. La Juve, adesso, ha l’anima della squadra. La Lazio lo è in tutti i sensi. Magari non daranno spettacolo. Lo spettacolo però è assicurato lo stesso da quei due, così diversi e ora se non uguali almeno simili. O no?

12 novembre 2022 (modifica il 12 novembre 2022 | 07:25)

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, 2022-11-12 07:24:00, Toscani agli antipodi, tutte e due sulla panchina della Juventus, adesso le loro squadre hanno entrambe il punto di forza nella difesa., Alessandro Bocci

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