Perché l’allenamento ad alta intensità fa passare la fame

Perché l’allenamento ad alta intensità fa passare la fame

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di Cristina Marrone

Gli scienziati hanno scoperto una nuova molecola prodotta in alte quantità dopo le attività fisiche faticose (ma non dopo le camminate). L’ipotesi è che sia capace di ridurre l’appetito

Chi si allena la domanda se la pone spesso: perché dopo certi esercizi ci si sente affamati e dopo altri non lo si è affatto? In particolare dopo un lavoro ad alta intensità la voglia di mangiare sembra sparire, eppure ci si aspetterebbe il contrario. Il rapporto tra fitness e appetito è dibattuto da anni e uno studio pubblicato sulla rivista Nature ha provato a indagarne il legame. Secondo i ricercatori americani e danesi la risposta va cercata in una particolare nuova molecola identificata nel flusso sanguigno di topi, cavalli da corsa e uomini in quantità molto più elevate dopo attività fisiche faticose rispetto ad altre più blande.

Le alterazioni ormonali

«È noto, e tutti possono averlo provato, che subito dopo un esercizio ad alta intensità, in particolare di tipo aerobico, non si ha fame mentre al contrario, un esercizio blando come una camminata può portare appetito» afferma Gianfranco Beltrami, vice presidente della Federazione Italiana medico sportiva. «L’effetto è comunque temporaneo — avverte lo specialista — e il meccanismo è legato a un delicato equilibrio ormonale: numerosi studi hanno documentato il calo della grelin a, un ormone prodotto dal fondo dello stomaco e dalle cellule del pancreas che stimola l’appetito e un contemporaneo aumento di un peptide prodotto dalla mucosa delle cellule intestinale, che invece l’appetito lo riduce. Ed entra in gioco anche la leptina altra proteina che aumenta il senso di sazietà». Le alterazioni ormonali descritte sono però legate anche a diete e abitudini del sonno. Così gli scienziati si sono chiesti se ci fosse qualcosa di più specifico che influenzasse la fame dopo l’esercizio fisico.

Esercizi sul tapis roulant

Per capirlo i ricercatori hanno posizionato topi su piccoli tapis roulant e li hanno fatti correre a velocità crescenti, fino all’esaurimento. Prima e dopo l’attività hanno prelevato il sangue ai roditori e lo hanno confrontato con livelli di migliaia di altre molecole trovate nel flusso sanguigno scoprendo una nuova molecola, un mix di lattato, enzima prodotto dal corpo dopo un intenso sforzo fisico e fenilalanina, un amminoacido, creato in risposta agli alti livelli di lattato rilasciati durante l’esercizio. La nuova molecola è stata battezzata lac-phe. Per chiarire se effettivamente lac-phe influisce sull’appetito i ricercatori hanno somministrato la molecola a topi obesi, che in genere mangiano con gusto. Il loro consumo di crocchette è diminuito di oltre il 30%. Apparentemente i topi erano meno affamati con una dose extra di lac-phe. Come controprova sono stati allevati topi in grado di produrre solo minime quantità di lac-phe che hanno corso sui tapis roulant per cinque volte a settimana per diverso tempo. Dopo ogni corsa agli animali è stata concessa l’opportunità di mangiare tutte le crocchette ad alto contenuto di grassi che desideravano. Normalmente correre aiuta i topi a evitare l’aumento di peso anche se seguono una dieta ipercalorica. Ma gli animali in grado di produrre solo poca lac-phe si sono gonfiati, hanno mangiato più crocchette, guadagnando circa il 25% del peso rispetto al gruppo di controllo. Senza questa molecola lo stesso esercizio ha spinto i topi a consumare cibo in eccesso.

Le ricerche sugli uomini

Infine gli stessi ricercatori sono riusciti a identificare la nuova molecola anche nei cavalli da corsa dopo un galoppo intenso e in otto giovani uomini sani che hanno eseguito in giorni differenti tre diversi tipi di esercizi: hanno pedalato lentamente per 90 minuti, sollevato pesi, eseguito sprint di corsa seguiti da un allenamento con i pesi. Lac-phe è sempre stata prodotta, ma in quantità minime dopo l’esercizio prolungato. In conclusione, più intensa era l’attività fisica, più lac-phe veniva prodotta e, almeno nei topi, l’appetito sembrava calare.

I limiti

Lo studio, pur presentando spunti molto interessanti, presenta qualche limite. «È difficile stabilire quali siano le proteine che in realtà aumentano il senso di sazietà e bisognerebbe valutare la concentrazione di tutte le altre sostanze già conosciute per valutare gli effetti della nuova molecola» commenta Beltrami. La ricerca non spiega in che modo lac-phe potrebbe interagire con le cellule cerebrali per influenzare l’appetito, tuttavia è possibile che il meccanismo sia «evolutivo» ipotizzano gli autori. «Se stai scappando da un animale minaccioso il sistema nervoso autonomo comunica rapidamente al cervello di interrompere la digestione o qualunque altro processo non necessario». Non si sa neppure quanto debba essere faticoso l’esercizio per produrre una quantità di molecola sufficiente da fare passare la fame e non è chiaro per quanto tempo persisterebbero gli effetti. Infine gli atleti uomini erano tutti sani: non è noto se lac-phe venga prodotta anche da persone sovrappeso.

3 dicembre 2022 (modifica il 3 dicembre 2022 | 15:08)

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, 2022-12-03 18:39:00, Gli scienziati hanno scoperto una nuova molecola prodotta in alte quantità dopo le attività fisiche faticose (ma non dopo le camminate). L’ipotesi è che sia capace di ridurre l’appetito, Cristina Marrone

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