Allergia ai pollini e alle graminacee: gli alimenti da evitare per stare meglio

Allergia ai pollini e alle graminacee: gli alimenti da evitare per stare meglio

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Venti persone su cento. Tanti gli italiani che, ogni anno, soffrono di malessere da allergie ai pollini e ai soffioni di graminacee, alle betulle, ai cipressi e ai noccioli per fare qualche esempio. Tra i disturbi più comuni, che possono cronicizzare, ci sono le irritazioni alle mucose degli occhi, che tendono ad arrossarsi e lacrimare; e poi il gonfiore alle mucose del naso che cola in continuazione. Gli esperti sono d’accordo nel dire che queste allergie sono reazioni alterate del sistema immunitario a sostanze incompatibili con l’organismo. Più semplicemente, lo stesso organismo, per difesa, produce anticorpi particolari che favoriscono la liberazione dell’istamina e di altre sostanze pro-infiammatorie dalle cellule immunitarie.

In realtà l’istamina, molecola fisiologicamente prodotta dal corpo, serve a far fronte a infiammazioni e secrezioni gastriche. Quando, però, le cellule coinvolte nelle risposte infiammatorie e immunitarie ne liberano in eccesso, scattano le reazioni allergiche che si traducono anche in eritemi, ponfi (gonfiore), arrossamenti, comparsa dei sintomi dell’asma, contrazione della muscolatura dell’ intestino (diarrea e crampi intestinali). Sì, proprio così: persino diarrea e crampi intestinali. Questo perché intestino e mucose del corpo sono tra loro collegati da un sistema («malt», acronimo per tessuto linfoide associato alla mucosa) che agisce come una sorta di vasi concomitanti di causa/effetto.

Se contrastare i disturbi a naso e occhi alle volte è semplice — in commercio esistono terapie farmacologiche a cui ricorrere, sempre dietro indicazioni del medico curante, quando si tratta di salute il fai-da-te non è contemplato — , un po’ meno facile è mettere in tavola i giusti alimenti: non tutti sanno che l’alimentazione può essere una valida alleata anche in fatto di allergie primaverili.

Una dieta corretta può infatti essere determinante nel modulare la risposta infiammatoria agli allergeni. Se perseguita costantemente, da una parte arriva a ridurre la frequenza con cui si manifestano gli episodi acuti, dall’altra può alleviare i sintomi dell’allergia. Per contro un menu sbilanciato a lungo può favorire la progressione e l’acutizzazione dei fenomeni. «Molti cibi che mettiamo abitualmente in tavola — spiega Francesca Beretta, biologa e nutrizionista — sono ricchi di istamina o istamina-liberatori. L’istamina è la molecola responsabile dell’infiammazione che scatena la cascata immunitaria che, a sua volta, porta ai sintomi allergici. Per prevenirli è utile abbassare l’intake istaminico, cioè evitare gli alimenti ricchi di istamina nella nostra alimentazione. Nel 20, fino a 25 per cento dei casi, infatti, allergia a pollini e graminacee significa allergia a frutta e verdura che hanno, con la pianta incriminata, una parentela allergenica. Le reazioni — per lo più brucione alla bocca, gonfiore, prurito — possono manifestarsi pochi minuti dopo l’ingestione del cibo o con tempi più lunghi in sedi differenti. Quando, dunque, si soffre di allergie ai pollini o alle graminacee, è fondamentale conoscere il tipo di fastidio così da evitare cibi potenzialmente dannosi. In questo un aiuto determinante possono darlo l’allergologo e il nutrizionista.

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23 maggio 2022 | 07:49(©) RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-05-23 21:46:00, Gli alimenti allergenicamente affini alla pianta incriminata possono scatenare la sintomatologia. Se, d’altra parte, già c’è, potrebbero anche acutizzarla. Si chiama «reazione crociata». Francesca Beretta, biologa nutrizionista, spiega perché, specificando quali cibi evitare e quali preferire per stare meglio nel periodo più fastidioso dell’anno, Chiara Amati

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