Alluvione nelle Marche: il figlio dell’ultima dispersa: «Non smettete di cercare mia madre»

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di Alfio Sciacca

Simone Bartolucci, 23 anni, figlio di Brunella Chiù: «Rivoglio mamma, voglio seppellirla accanto a mia sorella Noemi»

«Rivoglio mamma, la devono assolutamente trovare». Simone Bartolucci, 23 anni, è il figlio dell’ultima dispersa dell’alluvione nelle Marche. È passato esattamente un mese dalla tragedia, ma di Brunella Chiù, 56 anni, sono state recuperate solo tracce. Ritrovata la carcassa dell’auto sulla quale viaggiava, la sua borsa, ma il corpo è ancora intrappolato in qualche anfratto lungo il corso del fiume Nevola. Nell’alluvione Simone ha perso anche la sorella Noemi che aveva 17 anni. Lui si è salvato riuscendo ad afferrare il tronco di un albero al quale è rimasto aggrappato per due ore, fino all’arrivo di due vigili del fuoco. La tragedia se la porta dentro come una ferita che non smette di sanguinare e non si rassegna all’idea che la mamma possa restare per sempre una dispersa. «I vigili del fuoco la cercano tutti i giorni. Hanno più volte fatto su e giù lungo il fiume. Hanno battuto palmo a palmo la zona dove è stata recuperata l’auto, ma non la trovano ancora».

E se non si dovesse trovare?

«Non è possibile. Da qualche parte deve pur essere. Con tutti i mezzi che ci sono a disposizione non mi rassegno all’idea che non venga recuperata. Alla fine la zona è questa. Io voglio mamma. Lei si è sacrificata tanto per me e mia sorella. Voglio poterla seppellire e avere una tomba dove portarle dei fiori».

Un mese dopo ripensi a quella sera? Poteva andare diversamente?

«Certo che ci ripenso, è un incubo che rivivo sempre. Io che esco di casa, mi metto in macchina… e poi l’albero al quale sono rimasto aggrappato. Mi chiedo: perché nessuno ha dato l’allarme in tempo? Se lo avessero fatto si sarebbero salvate delle vite».

Quella sera perché sei uscito di casa?

«Mi ha chiamato un amico e mi ha detto: “Corri, scappa”. Se avessi aspettato loro, hai voglia. Non avrei saputo nulla».

Visto com’è andata ti sei chiesto se sarebbe stato meglio restare in casa?

«Per niente. La casa era invasa da un metro di acqua e fango. Avremmo fatto tutti una brutta fine».

Quindi per te si poteva fare di più per evitare la tragedia?

«Sicuramente. Qualcuno, chi ha la competenza su queste cose, doveva avvisarci in tempo. Dovevano dirci di lasciare le case prima che il fiume si ingrossasse trasformandosi in una trappola».

Una tragedia del genere potrebbe succedere ancora?

«Se torna a piovere forte certo che può succedere. I fiumi sono sporchi e pieni di detriti che nessuno porta via. Se torna un temporale sarà peggio di un mese fa. I fiumi vanno ripuliti per bene, dal monte al mare. Non solo vicino al mare perché fa comodo a qualcuno. È come quando si costruisce una casa: prima si parte dalle fondamenta, poi si fa il resto. E li devono pulire periodicamente, altrimenti perché paghiamo il consorzio di bonifica? Per non fare niente».

Hai avuto modo di rivedere i due vigili del fuoco che ti hanno salvato quella sera?

«No, ma spero prima o poi di incontrarli. Appena mi tranquillizzo un po’ andrò io a cercarli e ad abbracciarli per quello che hanno fatto».

In paese si sono mobilitati tutti per te. Il molino dove lavori ha promosso anche una raccolta fondi. Questo ti dà un minimo di conforto?

«Sì, sono tutti molto affettuosi con me. Il mio datore di lavoro prima era la mia seconda famiglia, ora è la prima. Anche se io sto ancora molto male. Non mi sono ripreso».

Ripensi a tua sorella, che rapporto avevate?

«Era una ragazza splendida e soprattutto aveva solo 17 anni. Eravamo molto legati. Ora sta nel cimitero di Barbara, io ci vado tutti i giorni. Spero che presto venga recuperata anche mamma, in modo da seppellirla accanto a lei».

15 ottobre 2022 (modifica il 15 ottobre 2022 | 01:23)

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, 2022-10-14 23:40:00, Simone Bartolucci, 23 anni, figlio di Brunella Chiù: «Rivoglio mamma, voglio seppellirla accanto a mia sorella Noemi», Alfio Sciacca

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