di Fabrizio Caccia e Alfio Sciacca
Le accuse per l’allerta mancata. L’avviso non c’è stato perché, per la Protezione civile regionale, si è trattato di «un fenomeno meteo impossibile da prevedere nella sua intensità». La prima conta dei danni: c’è chi parla di almeno due miliardi di euro
Dai nostri inviati
BARBARA (ANCONA) Dopo lo zainetto e i brandelli di felpa, ora vengono recuperate le scarpe. Solo tracce, per il resto le ricerche del piccolo Mattia, anche ieri, non hanno dato alcun esito. Come non si riesce a individuare il corpo dell’altra dispersa, Brunella Chiù. Il ritrovamento delle scarpe non fornisce però alcuna indicazione utile per rintracciare il bimbo di 8 anni. «Erano già nella disponibilità dei soccorritori» dicono dalla Prefettura e soprattutto «nell’auto della mamma», quindi a monte di circa 8 chilometri dalla zona dove si stanno concentrando le ricerche. Per il padre è «un altro colpo al cuore», perché nonostante il passare dei giorni lui continua a sperare che Mattia sia vivo. Le ricerche vanno avanti senza sosta.
Ieri è stata trovata anche la carcassa di un’auto bianca, forse proprio della Bmw di Brunella Chiù, 56 anni. Ma più si scende lungo il corso del Nevola più aumentano le cataste di rami e tronchi che intasano l’alveo del fiume. Dall’alto sono i satelliti a restituire l’istantanea di come l’alluvione abbia cambiato i connotati della costa adriatica. Il fango ha colorato il mare di marrone: una lunga striscia di sedimenti, dalla costa romagnola a quella pugliese. «L’alluvione ha sconvolto l’idrografia — aggiunge Ludovico Caverni, sindaco di Serra Sant’Abbondio —, anse e cascate dei fiumi non si trovano più dov’erano prima». A terra invece si continua a spalare fango.
Per evitare che possa indurirsi, diventando più difficile da rimuovere, i vigili del fuoco usano gli idranti. E dopo quasi una settimana comincia a subentrare la stanchezza. Finito l’entusiamo dei primi giorni il numero dei volontari arrivati da altre città si è drasticamente ridotto. La Caritas di Senigallia ne contava oltre 200 nel fine settimana, lunedì circa 50. Si tenta anche una primissima conta dei danni. C’è chi parla di almeno due miliardi. «Non sarà un miliardo e forse non saranno nemmeno 10», dice il governatore Francesco Acquaroli. Lasciando intendere che fino a quando commercianti ed enti locali non avranno liberato dal fango botteghe e case si possono solo buttare numeri a caso. Procede intanto l’inchiesta per accertare eventuali responsabilità nel mancato allarme. Susanna Balducci, responsabile della sala operativa della Protezione civile della Regione Marche, ha rivelato che l’operatore presente quella sera chiamò al telefono i Comuni «dopo le 22» (anche se il temporale era iniziato diverse ore prima) e le telefonate «non furono dirette ai sindaci».
E allora a chi? Inoltre, l’operatore era da solo — ha aggiunto — perché «sulla base del bollettino meteo emesso e sul codice colore (avviso di allerta giallo, ndr), le procedure condivise con prefetti e sindaci, non prevedevano il raddoppio di sala e, soprattutto, che fossero attivati sul territorio i centri operativi deputati a intervenire prontamente». Caverni, a Serra Sant’Abbondio, infatti ha preso da solo l’iniziativa e ha aperto il centro comunale senza attendere la Protezione civile. Non solo. I carabinieri di Ancona e i colleghi della Forestale hanno acquisito i dati meteo sulle piogge previste per il giorno del disastro e tutte le telefonate di quella sera al centro unico della Regione. Ma l’avviso di allerta non c’è stato perché, per la Protezione civile regionale, si è trattato di «un fenomeno meteo impossibile da prevedere nella sua intensità».
20 settembre 2022 (modifica il 20 settembre 2022 | 23:23)
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, 2022-09-20 21:32:00, Le accuse per l’allerta mancata. L’avviso non c’è stato perché, per la Protezione civile regionale, si è trattato di «un fenomeno meteo impossibile da prevedere nella sua intensità». La prima conta dei danni: c’è chi parla di almeno due miliardi di euro, Fabrizio Caccia e Alfio Sciacca