di Redazione Cronache
La denuncia dell’Associazione che ha aperto una pagina Facebook dove raccogliere le segnalazioni. La vicesindaca Bellini: «Atteggiamenti da rifiutare, ma non generalizziamo». Gli alpini: non ci sono denunce formali. Amnesty: «Le penne nere prendano le distanze in modo netto»
I tricolori, i canti, i veci e i bocia. Un fiume di penne nere si è riversato nelle strade di Rimini per la 93ma adunata degli alpini . Un clima di festa e una macchia: secondo l’associazione contro la violenza sulle donne «Non una di meno» ci sarebbero stati degli eccessi da parte di alcuni gruppi nei confronti di varie donne: molestie verbali, atteggiamenti sessisti, commenti sopra le righe.
Le segnalazioni
Parlano di un centinaio di segnalazioni ricevute tramite i propri canali social. Due ragazze se la prendono con un alpino 60enne che, birra in mano, è andato giù pesante con le parole. Episodi analoghi sono stati raccontati da molte commesse e bariste e da donne che passeggiavano per strada. Una sostiene di essere stata bloccata, presa per un braccio e tirata per la giacca e di essersi divincolata a fatica. Altre riferiscono di commenti razzisti nei confronti di ragazze e ragazzi di colore.
Le reazioni
Gli alpini però non ci stanno e replicano che a oggi non c’è alcuna denuncia formale. Alla procuratrice di Rimini, Elisabetta Melotti, fino a ieri sera non risultava alcun esposto. E neppure ai carabinieri. Sulla vicenda è intervenuta pure la vicesindaca della città romagnola, Chiara Bellini, per la quale le molestie sono sempre «da condannare» ma invita a non fare di tutta l’erba un fascio.
La sindaca
A fine giornata la sezione riminese di «Non una di meno», in vista del sabato sera, ha creato un gruppo su Telegram che fornisce «assistenza» a chi pensa di sentirsi in pericolo durante l’adunata. «Ciò che va rifiutato senza se e senza ma sono certi atteggiamenti molesti, i commenti non voluti o graditi alle donne», sottolinea sui social Bellini, che ha chiamato l’organizzazione dell’adunato per far presente quel che è stato segnalato: «Perché il comportamento sbagliato di alcuni potrebbe nuocere anche alla buona reputazione e al senso civico degli altri». Bellini ritiene «che non si debba accusare mai un gruppo o una categoria di persone solo perché fanno parte di essi alcuni poco di buono, delinquenti o molestatori». Tuttavia ha auspicato «che i rappresentanti dei gruppi alpini presenti in città monitorino il comportamento dei loro appartenenti».
L’Ana
L’Associazione nazionale Alpini (Ana), che ha organizzato l’evento, non commenta ufficialmente ma tende a ridimensionare la vicenda. Fa presente che la quasi totalità delle penne nere ha più di 38 anni, come a dire che i giovani «alticci» e molesti non possono essere i loro. Si sottolinea anche che si tratta di segnalazioni social e non di denunce formali alle forze dell’ordine. Per di più — hanno precisato — chiunque può comperare un cappello alpino su una bancarella, per quanto non originale, e utilizzarlo per sfruttare malamente il clima di festa scambiando l’Adunata per una sorta di Oktoberfest.
Amnesty International
È intervenuta anche Amnesty International con il suo portavoce, Riccardo Noury: «Da Rimini, raduno degli Alpini, giungono segnalazioni di molestie, cat-calling e atteggiamenti sessisti. In vista della chiusura, è importante che gli organizzatori lo dicano forte e chiaro: nessuna tolleranza, totale condanna per questi comportamenti».
7 maggio 2022 (modifica il 7 maggio 2022 | 23:06)
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, 2022-05-07 21:33:00, La denuncia dell’Associazione che ha aperto una pagina Facebook dove raccogliere le segnalazioni. La vicesindaca Bellini: «Atteggiamenti da rifiutare, ma non generalizziamo». Gli alpini: non ci sono denunce formali. Amnesty: «Le penne nere prendano le distanze in modo netto», Redazione Cronache