Alternanza scuola lavoro, gli studenti protestano e chiedono labolizione. Il 26 gennaio il primo tavolo tecnico fra Governo e parti sociali

Alternanza scuola lavoro, gli studenti protestano e chiedono labolizione. Il 26 gennaio il primo tavolo tecnico fra Governo e parti sociali

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Partirà’ il 26 gennaio il primo tavolo tecnico tra governo e parti sociali sul tema alternanza scuola lavoro. Ad annunciarlo nel corso dell’incontro di oggi, a quanto si apprende, il ministro del Lavoro Marina Calderone.

“Sarà un tavolo che si riunirà per argomenti e temi a cadenza quindicinale per definire in tempi brevi una strategia più ampia. Credo che si debba fare tesoro delle buone prassi sviluppate durante la pandemia, sopratutto della logica collaborativa”, ha spiegato il ministro.

Il tema, come sappiamo, è divenuto centrale negli ultimi giorni, dopo il mancato risarcimento alla famiglia di Giuliano de Seta, uno dei ragazzi morti in uno stage.

Proprio nella mattinata del 12 gennaio, si è svolta la protesta di un gruppo di una ventina di studenti davanti alla sede del ministero del Lavoro. I ragazzi chiedono l’abolizione dell’alternanza scuola lavoro. 

Uno striscione bianco richiama i giovani morti durante la formazione in azienda, l’ultimo lo ’stagista’ Giuliano De Seta morto lo scorso settembre e la cui famiglia non riceverà il previsto risarcimento Inail in quanto l’isee risultava più alto del limite di legge.

Arrivano i commenti dal fronte sindacale: “Va rivisitata profondamente l’alternanza scuola-lavoro. Fino ad ora abbiamo ascoltato molte chiacchiere. Purtroppo i ragazzi continuano a morire, non c’è giustizia: hanno perfettamente ragione“. Così il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, arrivando nella sede del ministero del Lavoro in via Flavia.

Come Ugl abbiamo più volte evidenziato diverse criticità in merito alle strategie di prevenzione in materia di salute e sicurezza sul lavoro messe in campo a livello nazionale o locale. Nello specifico rilevo l’esclusione delle rappresentanze datoriali e sindacali all’interno di organi come il Comitato per l’indirizzo, la valutazione e il coordinamento delle attività di vigilanza e il Sistema informativo nazionale per la prevenzione (Sinp)“, ha dichiarato invece il segretario generale dell’Ugl, Paolo Capone, presente all’incontro con la ministra del Lavoro, Marina Calderone, sulla sicurezza sul lavoro, sottolineando anche “una preoccupante e progressiva riduzione degli organi ispettivi deputati alla vigilanza e ai controlli. È fondamentale potenziare il coordinamento delle banche dati (Inps, Inail, Istat, ministeri del Lavoro e della Salute), costituire un’Agenzia nazionale unica preposta alla vigilanza, controllo, e alle attività ispettive. Bisognerà poi investire di più in corsi di informazione, formazione e prevenzione“, ha sostenuto. Inoltre, ha proseguito Capone, c’è il tema dell’alternanza scuola lavoro che “espone al rischio i nostri ragazzi nelle attività aziendali e sul quale vanno previsti interventi specifici che rendano anche questa attività sicura“.

Abbiamo riferito nei giorni scorsi proprio dei numeri di morti avvenute nel corso dei percorsi di PCTO: in Italia dal 2017 al 2021 – tenendo presente che dal 2020 in poi, a causa del covid, vi è stata una contrazione di ragazzi nelle aziende per motivi legati alla pandemia,  sono stati denunciati all’INAIL 296.003 infortuni e 18 morti.

Per il Ministro dell’istruzione e del Merito Valditara non c’è dubbio: “L’alternanza scuola-lavoro va rivista: bisogna tutelare gli studenti e la loro vita.

Per Valditara, infatti, “il ragazzo innanzitutto deve essere formato sui temi della sicurezza sul lavoro. – ha detto – E non può essere lasciato solo nel suo percorso di scuola-lavoro”, quindi, “un ruolo cruciale è l’adeguata formazione del tutor scolastico chiamato a gestire e valutare insieme al tutor aziendale“. Serve “un continuo accompagnamento” e un dialogo “sia ai fini della sicurezza che dell’efficacia educativa, professionale, umana e culturale della esperienza di alternanza“.

Modiche gradite anche ai sindacati, che puntano maggiormente su chiarezza e sicurezza dei percorsi, sottolineando comunque come i percorsi di PCTO restano formazione e non lavoro.

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