La cronaca di questi giorni ci consegna ora dopo ora la denuncia di efferate violenze nei confronti delle donne. Da ultimo, il racconto straziante dello stupro di una giovane donna e di due ragazzine, vittime di branchi di adolescenti. È successo a Palermo e a Caivano in queste settimane, ma succede ogni giorno in tutta Italia e in ogni contesto sociale. La reazione immediata è quella di chiedere pene più severe che, certo, sono necessarie, ma non bastano. È, infatti, evidente che esiste una questione sociale e culturale che non può più essere elusa.
Riteniamo che chi opera e lavora nel mondo dell istruzione debba fare la propria parte, in rete con le associazioni e i movimenti – che da anni lavorano per prevenire e contrastare la violenza di genere ed educare al rispetto, al consenso, alla differenza – e con le istituzioni, che non possono più limitarsi a qualche presenza nelle giornate dedicate a questo tema o a qualche gesto simbolico, ma devono investire risorse e fornire strumenti per affrontare in maniera strutturale il problema.
Il modello patriarcale, con tutto il suo portato di violenza e sopraffazione basato sul possesso, va analizzato e superato innanzitutto sul piano culturale, valorizzando le differenze, abbandonando la prospettiva giudicante, creando le condizioni perché tutte e tutti abbiano pari opportunità e rendendo consapevoli le nuove generazioni delle violenze (dal catcalling, alla violenza fisica, psicologica e sessuale, al femminicidio) e delle discriminazioni (a partire da quelle operate nel mondo del lavoro, quali il gender gap pay, il glass ceiling o l’esclusione delle donne in gravidanza) che dal patriarcato traggono origine e forza.
Crediamo che questo anno scolastico non possa cominciare senza una attenta riflessione su ciò che è accaduto e senza avviare una discussione sul contributo che possiamo e dobbiamo dare come educatrici ed educatori. Pertanto proponiamo ai collegi dei docenti delle scuole di ogni ordine e grado di impegnarsi a:
1. progettare una formazione specifica per tutto il personale della scuola (personale A.T.A.,dirigenti, docenti) e per studentesse e studenti della scuola secondaria;
2. inserire l’educazione di genere nelle discipline curriculari, con attenzione alla storia delle donne;
3. progettare attività di educazione relazionale, affettiva e sessuale;
4. lavorare in maniera trasversale con l’obiettivo di favorire lo sviluppo critico e autonomo di ragazze e ragazzi;
5. creare occasioni di discussione, relazione e formazione con le famiglie;
6. fare rete con le associazioni e i movimenti che si occupano di prevenzione e contrasto della violenza di genere;
7. fare rete con altre scuole per creare occasioni di riflessione, discussione e pratica comune sul tema dell’educazione di genere.
LE COMPAGNE E I COMPAGNI DE “LE RADICI DEL SINDACATO”, ALTERNATIVA IN FLC CGIL – CATANIA
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