La Commissione Europea, lo scorso 19 aprile, ha emanato alcuni procedimenti di infrazione comprendenti 32 lettere di costituzione in mora e 53 pareri motivati. In particolare la Commissione ha deciso di avviare una procedura di infrazione inviando lettere di costituzione in mora a Danimarca, Estonia e Italia per il non completo recepimento delle norme dell’UE sull’accessibilità dei prodotti e dei servizi per le persone con disabilità.
L’atto europeo sull’accessibilità impone che i prodotti e i servizi essenziali come telefoni, computer, libri elettronici, servizi bancari e comunicazioni elettroniche siano accessibili alle persone con disabilità per contribuire ad accrescere la partecipazione attiva alla società, anche nei settori dell’istruzione e dell’occupazione, delle persone con disabilità. L’Italia così dispone ora di 2 mesi per adottare le misure necessarie per ovviare alle carenze individuate dalla Commissione.
Daita (Cgil): “Brutta notizia”
A commentare tutto ciò, come riporta Ansa, è stata la responsabile politiche per la disabilità della Cgil, Nina Daita, che ha detto che l’Italia, “da modello europeo di inclusione sta diventando purtroppo fanalino di coda. Lo testimonia la procedura di infrazione avviata dalla Commissione europea nei confronti dell’Italia sull’accessibilità dei prodotti e dei servizi per le persone con disabilità che ne dovrebbero favorire l’inclusione, anche nella scuola e nel mondo del lavoro”.
La responsabile ha parlato di “brutta notizia”. “Da tempo sosteniamo – ha aggiunto Daita – che l’abbandono delle politiche attive in favore delle persone con disabilità comporti ulteriori discriminazioni, lasciando alle famiglie e alle stesse persone con disabilità la fatica del vivere quotidiano senza aiuti e sostegni adeguati. Ad esempio la carenza di specifici ausili nelle scuole spesso crea una ulteriore difficoltà per l’alunno con disabilità, discriminandolo nel diritto all’istruzione e svantaggiandolo per tutta la vita, così nel lavoro e nella vita quotidiana”.
“Facciamo appello al Governo affinché questo richiamo venga preso in considerazione, coinvolgendo le organizzazioni sindacali e le associazioni di categoria, programmando politiche serie di tutela, di inclusione e di protezione sociale delle persone con disabilità e delle loro famiglie”, ha concluso.
In Italia si spende molto per il sostegno
Come ha detto la Daita l’Italia è un modello per l’inclusione: nel nostro Paese si spende moltissimo per il sostegno degli alunni con disabilità. Secondo un’analisi fatta elaborando dati di Ragioneria dello Stato, ministero dell’Istruzione, Eurostat e Ocse dello scorso settembre in dieci anni il peso dei docenti di sostegno sul totale del corpo insegnante è passato dal 13% al 21,5%: oggi sono dunque più di un quinto del totale.
In quanto agli assistenti all’autonomia e alla comunicazione, ad una dotazione di 100 milioni di euro che venivano assegnati alle Regioni e alle città metropolitane altri 100 milioni sono previsti ed erogati a sostegno delle Regioni, Città metropolitane e Province dal ministero della disabilità lo scorso settembre per garantire tale servizio in favore degli studenti con disabilità delle scuole secondarie di secondo grado (superiori).
Nel decreto di ripartizione delle risorse del ministero dell’Istruzione pubblicato nel 2021 si parlava di 2.785.665 euro per le spese per il sostegno agli alunni diversamente abili per quanto riguarda l’istruzione secondaria di primo grado, 2.562.490 in quella prescolastica, 2.847.224 in quella primaria.
E poi 285.665 euro per la formazione di docenti specializzati nelle attività di sostegno agli alunni diversamente abili alla secondaria di primo grado, 62.490 alla prescolastica e 347.224 alla primaria.
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