Pubblichiamo di seguito una testimonianza giunta alla nostra redazione che racconta dello svolgimento dell’esame di Stato in un “diplomificio”.
“Volevo raccontarvi la mia brutale esperienza alla maturità 2023. Sono stata nominata commissario esterno in una commissione composta da due classi, una di una scuola pubblica e la seconda classe di una scuola privata. In questa scuola privata avevo prestato qualche mese di servizio più di 15 anni fa e, dopo quell’esperienza, non ho più svolto servizio in scuole private. Ho solo e sempre lavorato in scuole pubbliche. Infatti in alcuni anni, pur di non accettare supplenze in scuole private, non ho svolto i giorni necessari per veder caricati i 12 punti validi ai fini delle graduatorie.
Sin dalla riunione preliminare, il clima con la scuola privata si è rivelato un po’ teso. La documentazione presentata è risultata non sempre attendibile, crediti calcolati su 25 punti invece che su 40, alunni ammessi per merito, poi esclusi dagli esami per mancanza di requisiti. Alunni do loro provenivano fuori dalla regione o dalla provincia. Insomma, tante incongruenze che la Presidente di commissione ha segnalato all’USR di competenza. Gli orali per i candidati della scuola privata, sono stati distribuiti su una settimana. Già a partire dal primo candidato è emersa una forte e netta impreparazione: in molti si sedevano dicendo di essersi preparato quello o quell’altro argomento disattendendo totalmente quanto recitava la normativa, ossia ‘fornire una traccia su cui il candidato/a doveva argomentare’. Molti relativamente all’inglese, esprimevano in modo stentano una loro presentazione in lingua. In italiano e matematica abbiamo sentito le più svariate corbellerie.
L’episodio particolare è accaduto il secondo giorno degli orali. Da premettere che molti candidati erano stati presentati con crediti pari e/o superiori a 60, pertanto ciò garantiva loro il superamento del colloquio. Inoltre al colloquio non partecipava nessun pubblico, tranne un paio di persone che lavorano nella segreteria della stessa scuola.
A conclusione del secondo giorno di orali, all’uscita dai locali erano stati esposti 7 fogli A4 su una parete interna all’edificio scolastico e luogo di passaggio dei candidati, recanti i miei dati anagrafici e il mio certificato di servizio del periodo che avevo svolto in questa scuola paritaria. In particolare, in uno dei fogli attaccati con lo scotch alla parete, si invitavano i candidati che non avrebbero superato il colloquio a fare ricorso contro la mia persona, in quanto la mia presenza in commissione costituiva un “vulnus” di incompatibilità visto che avevo lavorato 15 anni prima nella stessa scuola.
Inoltre tra i fogli appesi era presente un documento in cui si poteva leggere di una mia richiesta di supplenza per l’anno successivo a quello svolto 15 anni prima e una dichiarazione sottoscritta dal gestore, in cui lo stesso dichiarava di non volermi concedere la suddetta supplenza, pertanto, il vulnus era determinato dal fatto che loro non mi avevano attribuito supplenza ed io, dopo 15 anni, è come se mi “fossi vendicata” bocciando gli alunni… Da premettere che per la domanda per commissario d’esami su istanze on line si richiedevano solo i due anni precedenti e inoltre, e di non meno importanza, la valutazione del colloquio è stata fatta in modo collegiale: io in sede d’esami ero solo una commissaria dei 5 presenti, oltre al presidente.
L’aver visto tutti questi fogli mi ha fatto molto arrabbiare. Ho immediatamente chiamato il 112, ma non hanno ritenuto opportuno venire. Mi hanno consigliato di esporre denuncia presso un commissariato. Inoltre, ho scritto una mail al servizio ispettivo dell’UST di competenza. Gli ispettori si sono subito messi in contatto con me, mi hanno consigliato di esporre denuncia per violazione della privacy e di scrivere al garante per la privacy. Ho quindi lasciato i locali della scuola e mi sono recata presso una caserma dei Carabinieri per fare denuncia. Non è stata un’impresa da poco fare capire al carabiniere che cosa fosse successo…
Con l’aiuto di un avvocato ho scritto entro 72 h al garante per la privacy. Il giorno successivo sono venuti alle 8:00 gli ispettori dell’USR che hanno verificato tutti i documenti e assistito ai colloqui per due giorni. Dal terzo giorno alcuni candidati hanno iniziato a non presentarsi e il clima si è ulteriormente negativizzato. A fine della terza giornata gli ispettori hanno chiesto in modo autorevole al gestore di staccare i fogli affissi alla parete. Io sono stata sentita dagli ispettori per conoscere i fatti.
Lo stress e la tensione accumulati sono stati fortissimi. Io da anni faccio esami di stato e li considero un momento di crescita personale e professionale. Quest’anno è stato un incubo! Per fortuna ho ricevuto tantissima solidarietà dalla presidente e dai commissari esterni
Subito dopo gli esami ho avuto un crollo fisico e morale, per due volte episodi di coliche da colite nervosa e forti dolori articolari per lo stress accumulato”.
Esperienza deleteria di una commissaria di esami di Stato.
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