Quello degli alunni plusdotati è un tema controverso che periodicamente torna a riempire le pagine di discussione dei social.
Abbiamo riportato il parere dell’insegnante Valentina Durante, che ha seguito un corso quando uno studente con un certificato di plusdotazione è arrivato nella sua classe ed ha imparato ad accettare che questo studente, su alcune materie, sapesse molto di più rispetto a lei e agli altri insegnanti. Tuttavia, questo non è sempre facile per tutti, poiché accettare che una persona di 14 anni sia più preparata rispetto a un insegnante non è semplice.
Uno dei punti da sempre più controversi è quello della soglia dell’attenzione e della noia che proverebbero infatti questi studenti. Sulla nostra pagina Facebook si è aperto un dibattito a tal proposito:
“Purtroppo a volte anche la noia semplice negli alunni plusdotati causa volontà di punzecchiare gli altri. Comunque a volte ci sono alunni plusdotati in alcune materie che trovano uno scoglio in alcuni argomenti e il tempo di vantaggio viene in parte recuperato e semplicemente se non fossero seguiti esternamente sarebbero quelli che si trascinerebbero lacune“.
“Si confonde la cultura con il divertimento. Di certo non sono gli stessi ragazzini di una volta, cioè disciplinati e capaci di concentrarsi. La soglia dell’attenzione dei ragazzi è veramente molto bassa, merito anche dei social. Bisogna educare al dialogo, un dialogo disteso, con dei tempi di attesa, curiosità e momenti di intervento. La concentrazione va sottilmente orchestrata, ma io inviterei all’arte del dialogo anche le famiglie, dal momento che molte ne sono carenti“.
“La soglia dell’attenzione bassa é una cosa, la lezione può anche essere spezzata da una domanda costruttiva effettuata da parte dall’allievo, oppure anche una curiosità che spezza il ritmo della lezione“.
“Non sono d’accordo. In classe si annoiano soltanto se non sono adeguatamente stimolati. Un alunno plusdotato è una risorsa preziosa per l’intera classe, perché riesce ad appassionare, a incuriosire, a far riflettere… Tutti ne traggono benefici, inclusi i docenti e l’alunno plusdotato“.
Sono in molti invece a pensare che gli alunni plusdotati siano soggetti con bisogni educativi speciali e per questo motivo sarebbe il caso di prevedere per loro un PDP:
“Bisogni educativi speciali. Va stilato un PDP anche per i plusdotati“;
“Un Piano Didattico/ educativo personalizzato, in cui si cerchino in team tutte le strategie adeguate a quello studente. Spesso i plusdotati sono molto più avanti degli altri ragazzi e la progettazione che seguono gli altri non è adeguata“.
“Sono spesso dei BES ancora più difficili da seguire di chi ha invece delle difficoltà e, come dice l’articolo, troppe volte non vengono riconosciuti“;
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