Alunna bocciata con la media del 5,9. I genitori non ci stanno e fanno ricorso al Tar che gli dà ragione. Il Ministero fa ricorso, ma lo perde: il Consiglio di Stato conferma quanto deciso dai giudici amministrativi in primo grado.
La Sezione Settima del Consiglio di Stato ha emesso una sentenza significativa, depositata lo scorso 5 ottobre in risposta a un ricorso presentato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, contestando la decisione del Tar per la Puglia a favore dei genitori di uno studente bocciato al terzo anno di liceo linguistico.
Durante l’anno scolastico 2020/2021, condizionato dalla pandemia, lo studente in questione ha seguito le lezioni tramite la Dad. A dispetto di una media di 5.9, è stato bocciato senza ricevere spiegazioni esaustive. I genitori hanno impugnato tale decisione, evidenziando la mancanza di comunicazione chiara e la discrepanza tra le valutazioni e la decisione di bocciatura.
Il TAR ha rilevato che la bocciatura non era adeguatamente motivata, sottolineando una carenza comunicativa da parte dell’istituto e una valutazione inadeguata delle circostanze eccezionali dell’anno scolastico.
In risposta all’appello del Ministero, il Consiglio di Stato ha confermato la sentenza del TAR, ritenendo infondate le obiezioni del Ministero riguardo alla mancanza di motivazione. I giudici hanno evidenziato che le valutazioni scolastiche devono essere coerenti e ben motivate, specialmente in un contesto straordinario come quello dell’emergenza sanitaria.
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