Dopo sette anni dall’accaduto, uno studente si ritrova a processo per atti osceni. Come segnala Corriere Romagna, il 23 novembre 2016, un alunno, durante la lezione di italiano, avrebbe turbato la tranquillità della classe con gesto audace e inappropriato.
Secondo l’insegnante, l’alunno, allora 16enne, avrebbe mostrato i genitali. La reazione fu immediata: la docente, sconvolta, si diresse prima dal dirigente scolastico e poi dai carabinieri per denunciare l’accaduto, dettagli che formarono la base dell’accusa contro l’adolescente.
Il ragazzo, ora 23enne, rappresentato dall’avvocato, sostiene che si tratti di un malinteso. Secondo la sua versione, la docente sarebbe stata ingannata dal cordino di una cintura con cui stava giocherellando, scambiandolo per il suo organo genitale. Questo malinteso avrebbe portato a una serie di eventi che lo videro allontanato dall’istituto, vivere momenti di panico e, infine, un viaggio al pronto soccorso.
Oggi, il processo ha riunito gli attori di quel giorno in un’aula, ma con ruoli molto diversi. La difesa ha in serbo una foto della cintura, elemento centrale del presunto malinteso, pronta a essere esaminata dal giudice.
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