di Andrea Sereni
Massimo Ambrosini parla della malattia del figlio Alessandro per chiedere un sostegno alla ricerca scientifica. Correr la maratona di Milano per sostenere la fondazione italiana diabete
Da sei mesi la mia vita e quella della mia famiglia sono state letteralmente sconvolte dalla malattia di nostro figlio pi piccolo. Ad Alessandro stato diagnosticato il diabete di tipo 1, che una malattia autoimmune, cronica e degenerativa e che, anche se non si vede, pu avere delle conseguenze gravissime. Inizia cos la testimonianza di Massimo Ambrosini, l’ex centrocampista del Milan, che si espone e racconta la sua storia privata per una causa importante: sostenere la ricerca scientifica e aiutare i malati di diabete, come il suo bimbo. Lo fa in un video messaggio, condiviso dalla Fondazione Italiana Diabete, in cui seduto con le mani intrecciate e parla con tono sentito ma chiaro, diretto. Racconta quello che sta passando e si impegna, per la ricerca, a correre la maratona di Milano, il prossimo 2 aprile.
Siamo costretti costantemente a tenere monitorata la sua glicemia e fare iniezioni di insulina pi volte al giorno, tutti i giorni — continua l’ex capitano del Milan nel video —. Al momento il diabete di tipo 1 una malattia incurabile, ma c’ una speranza che passa solo ed esclusivamente attraverso la ricerca scientifica. Io, mia moglie e tutti i parenti delle 200 mila persone fra adulti e bambini che hanno questa malattia, abbiamo la necessit e la volont di sapere che prima o poi si arriver a una cura definitiva. Una speranza.
Ma anche, come detto, la volont di impegnarsi in prima persona per dare un segnale: Per questo ho deciso di correre alla Milano Marathon, insieme a qualche mio ex compagno di squadra, per sostenere la Fondazione Italiana Diabete. Ambrosini, 45 anni, ha smesso di giocare nel 2014, ultima maglia quella della Fiorentina. Da quel momento ha iniziato a correre, e oggi un runner esperto. Commentatore in tv per Dazn e Prime Video, in un’intervista realizzata da Manuela Croci su 7 ha ammesso di non aver mai pensato a una carriera da allenatore, come molti ex compagni: Fare l’allenatore richiede molto tempo e energie. Quando ho smesso ho voluto privilegiare la famiglia, i figli e il tempo da dedicare a loro. La moglie Paola, e i figli Federico, Angelica e ovviamente Alessandro.
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3 marzo 2023 (modifica il 3 marzo 2023 | 12:20)
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