di Paolo Valentino
Il viaggio nel cuore della guerra dei premier di Polonia, Slovenia e Repubblica Ceca (con Kazcynski). I leader dell’Est si sono detti in missione per conto dell’Ue ma Bruxelles non conferma
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BERLINO – Essere lì, dove «si forgia la Storia». Non è solo un gesto coraggioso di solidarietà, il viaggio nel cuore della guerra dei premier di P
olonia, Repubblica Ceca e Slovenia, che ieri pomeriggio sono arrivati in treno a Kiev per incontrare il presidente ucraino Zelensky. Come François Mitterrand a Sarajevo nel 1992, il rischio che Mateusz Morawiecki, Petr Fiala e Janez Jansa hanno voluto affrontare è il simbolo della forte determinazione a opporsi alla violazione del diritto internazionale e all’attacco spietato contro l’integrità e l’indipendenza di un Paese sovrano.
«È qui che la libertà combatte contro il mondo della tirannia. È qui che il futuro di tutti noi è in bilico. L’Ucraina può contare sull’aiuto dei suoi amici europei», aveva scritto in un tweet prima di partire Morawiecki, che era accompagnato dal vicepremier e uomo forte della Polonia, Jaroslaw Kaczynski. «Questa guerra — continuava il messaggio — è opera del crudele tiranno che attacca persone indifese, bombardando città e ospedali dell’Ucraina».
In un altro post su Facebook, appena giunto a Kiev, anche ieri sotto incessanti bombardamenti delle truppe russe, il premier polacco ha scritto: «Dobbiamo fermare questa tragedia il prima possibile, ecco perché siamo qui».
Eppure, sulla visita dei tre capi di governo dei Paesi di Visegrád (il quarto è la Slovacchia) plana l’ombra di una forzatura. Morawiecki, Fiala e Jansa hanno infatti detto di essere in missione per conto dell’Unione europea e di aver agito in coordinamento con il presidente del Consiglio, Charles Michel e con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Ma da Bruxelles nessuno lo conferma. Anzi un portavoce, che ha chiesto di restare anonimo, ha spiegato che non c’era alcun «mandato formale». Ed ha aggiunto: «È un’iniziativa valida. Ogni iniziativa per portare la pace è naturalmente benvenuta. Ma allo stesso tempo, alcuni leader possono chiedersi se questo migliori o ostacoli le condizioni per un negoziato con i russi. È una linea molto sottile». Non è esattamente un appoggio entusiasta. Inoltre, lo sloveno Jansa, leader della destra populista molto legato all’ungherese Viktor Orbán, ha descritto il viaggio come un modo di sottolineare che l’Ucraina è un Paese europeo e merita un giorno di entrare nell’Unione. Un tema controverso in questa fase fra i 27, dove molti Paesi insistono invece per rispettare i tempi normali di un’eventuale adesione. Dall’inizio della guerra, i Paesi di Visegrád sono fra i più forti sostenitori dell’ingresso dell’Ucraina nella Ue.
A Berlino, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha commentato positivamente l’iniziativa, spiegando che «ogni formato può tornare utile in questa fase». Tuttavia, ha aggiunto il cancelliere, è giusto parlare in continuazione con Zelensky, ma «ovviamente» anche con il presidente russo Putin, per spingere in direzione di un cessate il fuoco.
Per contro è interessante invece notare la grande rilevanza data all’iniziativa dai media americani, che hanno anche citato i commenti positivi di esponenti dell’Amministrazione. La voce di un appoggio preventivo degli Usa al viaggio dei tre premier non è stata però confermata.
A causa della grave situazione della sicurezza, la visita si è svolta in condizioni semisegrete. Un portavoce di Morawiecki, Michal Dworczyk, ha detto a Polsat News che i tre premier hanno incontrato il loro omologo ucraino Denys Shmyhal e il presidente Zelensky, prima di vedere anche le autorità cittadine, senza fornire ulteriori precisazioni. Dworczky ha spiegato che la visita era stata programmata e pianificata in ogni dettaglio da diversi giorni, ma annunciata all’ultimo momento per ragioni di sicurezza. Anche il percorso ferroviario è stato tenuto segreto.
«Questo è il coraggio dei nostri veri amici. Discutiamo dell’appoggio all’Ucraina e del rafforzamento delle sanzioni contro l’aggressione russa», è stato il commento di Shmyhal.
15 marzo 2022 (modifica il 15 marzo 2022 | 22:38)
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, 2022-03-15 22:17:00, Il viaggio nel cuore della guerra dei premier di Polonia, Slovenia e Repubblica Ceca (con Kazcynski). I leader dell’Est si sono detti in missione per conto dell’Ue ma Bruxelles non conferma, Paolo Valentino
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