Amy, la bulla redenta: Un fumetto a scuola per il mio riscatto

Amy, la bulla redenta: Un fumetto a scuola per il mio riscatto

Spread the love

di Giusi Fasano

Disse ucciditi a una sua amica. Che poi tent il suicidio. La sua storia diventata uno strumento contro il cyberbullismo nelle scuole

Ma ammazzati. Amy lo disse senza pensarci troppo, era furente. In diretta Instagram la sua amica Emma aveva detto davanti ad altri cose per lei imperdonabili. I toni si erano accesi in un attimo, Amy si era sentita ferita, delusa. Perch non ti ammazzi? si arrabbi.

Diretta chiusa e fine dell’amicizia.

Lo sconforto

Aveva 14 anni, Amy. Come succede spesso a quell’et lo sconforto dur poco. Nella sua vita entrarono nuove amicizie e mille altre dirette Instagram. Tutto scritto nel copione dell’adolescenza. Finch un giorno — quando di anni ne aveva ormai 16 — fu convocata dai carabinieri della sua citt (Milano) per comunicazioni urgenti. Ci and con i genitori e scopr di essere stata denunciata per istigazione al suicidio con l’aggravante del mezzo tecnologico. Non credeva a quello che le stavano dicendo.

Emma, della quale aveva perso le tracce dopo la vecchia litigata, aveva seguito il suo consiglio, diciamo cos. Dopo quel battibecco via Web gli amici l’avevano isolata e lei aveva davvero provato a togliersi la vita, pi volte. Da quel giorno per Amy cominciato un percorso giudiziario e personale chiuso di recente (a 18 anni) in modo davvero singolare: con un fumetto che racconta la sua storia (edito da Pepita Onlus) e che diventato strumento contro il cyberbullismo nelle scuole. Un passo indietro.

La prova

Invece di processarla la giudice ha scelto per lei la via della messa alla prova. una specie di patto fra te che hai commesso il reato e lo Stato. Vengono decise prove da superare: per lo studio, per la consapevolezza, per la crescita del senso della legalit etc etc. Se le superi niente pi processo, quindi niente rischio di condanna e di carcere, nessuna traccia nel certificato penale. Avrai una seconda chance. Ecco. Amy ha superato le sue prove. E l’ultima consistita nel raccontare a se stessa e al mondo il suo percorso di consapevolezza, nel rielaborare quel che successo, soprattutto nel capire il disvalore di quell’ammazzati urlato a una persona fragile com’era Emma. Ha fatto tutto questo attraverso i disegni di Cecilia Spalletti, che anche una delle educatrici di Fondazione Carolina, a cui la giudice aveva affidato una parte del percorso di Amy. Fondazione Carolina nata nel nome di Carolina Picchio, la quattordicenne di Novara che dieci anni fa si uccise per i seimila like e i commenti offensivi sotto un video diffuso via Facebook: vide una se stessa sconosciuta in bala di ragazzi con i quali aveva passato una serata bevendo un po’ troppo… Scrisse una lunga lettera (Le parole fanno pi male delle botte, diceva una frase), apr la finestra e si butt gi.

Testimonial

Suo padre Paolo diventato testimonial antibullismo, ha creato la Fondazione — guidata da Ivano Zoppi — e in questi dieci anni ha incontrato e aiutato migliaia di ragazzi adolescenti e pre-adolescenti. Amy una di loro. felice che nelle scuole venga mostrato il fumetto della sua storia (titolo: Amy, una seconda opportunit) anche se per ora non se la sente di partecipare agli incontri. Ho commesso un errore, dice, ma con il tempo sono riuscita a mettere in ordine le emozioni fortissime che ho provato: paura, incertezza, impotenza… Ora sento dentro di me la speranza.

18 febbraio 2023 (modifica il 18 febbraio 2023 | 21:16)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, , http://xml2.corriereobjects.it/rss/homepage.xml,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.