Lanalisi di Napoli-Juventus: Spalletti e i segreti di una squadra quasi perfetta

Lanalisi di Napoli-Juventus: Spalletti e i segreti di una squadra quasi perfetta

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di Alessandro Bocci, inviato a Napoli

Gli azzurri giocano sempre per vincere e sono una squadra quasi perfetta. Come ai tempi di Sarri, ma senza passaggi a vuoto e sfruttando tutta la rosa. Osimhen sulla scia di Cavani e Higuain, Kvaratskhelia il valore aggiunto. Ora Spalletti pu sognare

Nel lungo, nel corto, nello stretto, a campo aperto o con la difesa schierata. Il Napoli una poesia, alterna il palleggio al pressing, cerca l’ampiezza e sfrutta la potenza di Osimhen. Bello e impossibile. Come ai tempi di Sarri, ma senza passaggi a vuoto e sfruttando la profondit della rosa. Una squadra quasi perfetta e la perfezione certificata da numeri impressionanti: 15 vittorie, una sola sconfitta e due pareggi lontani nel tempo, quando i meccanismi non erano ancora perfezionati. Spalletti offre al pianeta pallonaro la migliore versione di se stesso.

Nello stadio di Maradona, il Napoli esalta la propria bellezza. Dopo la sconfitta con l’Inter e il riscatto a Marassi, contro la Sampdoria, dove aveva faticato pi del dovuto contro un’avversaria in crisi e in inferiorit numerica, nello scontro al vertice con la seconda ritrova la magia del suo gioco quasi aritmetico. Meccanismi studiati e mandati a memoria, abbinati a una praticit spesso sconosciuta agli amanti del bello. Il Napoli gioca sempre per vincere con due terzini che attaccano la profondit, Zielinski che impreziosisce il centrocampo diventando spesso l’uomo in pi negli ultimi trenta metri, mentre Anguissa copre e riparte. Fondamentale la regia di Lobotka, a cui Spalletti ha dato un senso e una dimensione come aveva fatto con Brozovic nell’Inter. proprio lo slovacco, con un break decisivo, ad accendere l’azione del primo gol alla Juventus nella sfida scudetto che si trasformata in una mattanza.

Il Napoli fa tutto bene e a grande velocit: pressing, raddoppi, sovrapposizioni, inserimenti che prima o poi stendono gli avversari. L’imprendibile Osimhen d un senso compiuto al lavoro della squadra e si inserisce nella grande tradizione dei centravanti di De Laurentiis, cominciata con Cavani e proseguita con Higuain. Kvaraktkhelia un collante perfetto, magico e imprendibile sulla fascia, il valore aggiunto, lo spacca avversario. Sembra facile, non lo .

Ma non solo con il gioco che si spiega il dominio della capolista. Anche con la maturit dei discepoli spallettiani. L’anno scorso, dopo aver perso a San Siro contro l’Inter, proprio come adesso, la squadra aveva perso ritmo e fiducia. Stavolta la risposta sono stati cinque gol alla Juve seconda. Il Napoli abbina alla qualit una straordinaria ferocia e la maturit di saper leggere le partite. Contro i bianconeri ha chiuso male il primo tempo, subendo Di Maria e rischiando di farsi raggiungere. Ma nella ripresa, anzich impaurirsi, ha stritolato gli avversari con ferocia, passione, autorevolezza. Ha il grande pregio di non disunirsi mai, neppure quando il vento soffia contrario, basta guardare quante partite ha vinto in rimonta lontano da casa: 7 in campionato che diventano 9 con la Champions.

Napoli adesso sogna. Se vincer il derby con la Salernitana, pu girare a 50 punti e se riuscir a ripetersi nel ritorno arrivare sino a 100, un record per una citt che in estate, dopo il mancato rinnovo di Insigne e la cessione di Koulibaly, sembrava caduta in depressione. Sono passati sei mesi, sembra un’eternit.

14 gennaio 2023 (modifica il 14 gennaio 2023 | 11:46)

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