Anarchici, a Milano ora è  massima allerta  La rete dei 150:  Torino, Bologna e il Nord-Est

Anarchici, a Milano ora è massima allerta La rete dei 150: Torino, Bologna e il Nord-Est

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di Cesare Giuzzi e Lorenzo Salvia

Si temono nuove azioni. Le cellule attivate attraverso siti web. Lo zoccolo duro, secondo gli esperti dell’Antiterrorismo, conta almeno un centinaio di persone

Nessuna struttura gerarchica, sarebbe del resto una contraddizione per chi nasce con l’obiettivo di abolire ogni forma di autorit costituita. Al suo posto, nell’organizzazione degli anarchici italiani, ci sono i cosiddetti gruppi di affinit: cellule formate da pochi militanti che entrano in azione sulla base delle indicazioni che vengono da una serie di siti web specializzati. Questo perch come dice la bibbia degli anarchici — Recipes for disaster, ricette per il disastro — ci che coordina il gruppo la collaborazione reciproca, l’amicizia e la condivisione di certi obiettivi. Con il vantaggio, collaterale ma non secondario, che una struttura cos orizzontale offre meno spunti e appigli per gli investigatori.

La sigla Fai che spesso appare nelle rivendicazioni degli atti violenti indica in realt due gruppi, in parte sovrapponibili: Federazione anarchica informale e Federazione anarchica italiana. Alle quali si aggiunge un’altra sigla, Fri: Fronte rivoluzionario internazionale. Lo zoccolo duro, secondo gli esperti dell’Antiterrorismo, conta 100-150 persone. Pi un numero imprecisato di simpatizzanti e fiancheggiatori che si possono aggiungere in caso di manifestazioni ed iniziative specifiche. Numeri precisi non ci sono. Solo stime, proprio per il carattere sfuggente della loro non organizzazione.

In compenso di preciso c’ una data di nascita. il 21 dicembre 2003 quando a Bologna, sotto casa dell’allora presidente della Commissione europea Romano Prodi, due piccoli ordigni fanno esplodere due cassonetti. Due giorni dopo Natale un pacco bomba, una busta con un libro, esplode dentro casa dell’ex premier. Da l, l’escalation. All’inizio fatta soprattutto di pentole a pressione riempite di esplosivo, spesso il nitrato. Poi una serie di pacchi bomba mandati a politici e giornalisti, sabotaggi di infrastrutture, atti dimostrativi.

Elencare i temi che hanno spinto gli anarchici alla violenza significa ripercorrere la storia recente del nostro Paese, o almeno la cronaca degli ultimi anni. Dalla Tav, l’Alta velocit ferroviaria fra Torino e Lione, ai Cie, i centri di identificazione per gli immigrati, fino al Green pass,il documento che certifica la vaccinazione anti Covid. Nelle ultime relazioni dei nostri servizi di intelligence gli anarchici sono stati sempre definiti di particolare pericolosit, rubando di fatto la scena a quello che una volta era il terrorismo. Le citt dove l’attenzione pi alta sono Torino, Bologna, Livorno, l’area del Nord Est in genere. Ma adesso Milano, con l’arrivo di Alfredo Cospito al carcere di Opera, rischia di diventare l’epicentro della protesta.

A surriscaldare l’ambiente c’ l’episodio dell’altra notte. Anche se una rivendicazione ancora non c’ stata. Gli investigatori della Digos e i magistrati del pool antiterrorismo, diretti dal procuratore Marcello Viola, si concentrano sulla galassia anarchica. Per colpire le auto dei vigili sarebbe stata usata Diavolina, ma il ritrovamento di un sacchetto con 5 bottiglie molotov a un chilometro di distanza ha creato ulteriore allarme: gli obiettivi della nottata non erano terminati? Gi nel 2020, vicino a viale Tibaldi, nel centro formativo dei vigili erano stati dati alle fiamme un’auto e un furgone. L’episodio era rimasto insoluto cos come altri attacchi, che per erano stati rivendicati dagli anarchici sui siti di riferimento.

Il pi grave del dicembre 2021: l’esplosione di parte di una filiale della banca Unicredit di piazza Ohm alla Barona provocata da un robusto attacco incendiario. Tutto era stato scambiato per un assalto della banda dei bancomat, poi la rivendicazione contro chi finanzia l’esportazione di armi e sistemi militari.

Ora l’allerta massima. Il prefetto Renato Saccone, il questore Giuseppe Petronzi e il comandante provinciale dell’Arma Iacopo Mannucci Benincasa hanno alzato il livello di sorveglianza su tutti gli obiettivi istituzionali. A Milano sono una quarantina gli anarchici duri e puri dell’area insurrezionalista, simpatizzanti del movimento anarchico informale bench non coinvolti nelle indagini su quella cellula.

Una quindicina dei quartieri Corvetto e Ticinese (via Gola) riuniti dalla sigla dell’ex circolo Galipettes e una ventina del centro sociale Telos di Saronno (Varese). La battaglia per Cospito e contro il 41 bis ha dato linfa alle loro proteste e il 15 gennaio al corteo per il compagno anarchico erano pi di 500, anche da Torino e Rovereto (Trento). Con il sostegno della galassia anarchica moderata e del mondo marxista anti carcerario. Ora si temono nuove iniziative.

31 gennaio 2023 (modifica il 31 gennaio 2023 | 07:02)

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