Anche in Brasile i populisti eversivi minano i fondamenti della democrazia

Anche in Brasile i populisti eversivi minano i fondamenti della democrazia

Spread the love

di Federico Rampini

L’assalto al Parlamento dei seguaci dello sconfitto Bolsonaro imita l’assalto dei trumpiani del 6 gennaio 2021. Considerare il rivale come il male assoluto serve a sdoganare la violenza

Secondo Karl Marx la storia si ripete sempre due volte, la prima come tragedia, la seconda come farsa. Lo hanno confermato in Brasile i seguaci dello sconfitto Bolsonaro , che hanno inscenato due anni dopo la loro versione del 6 gennaio 2021. Imitando l’assalto dei trumpiani al Congresso degli Stati Uniti, un pezzo della destra populista brasiliana ha invaso la sede del Parlamento. Il comune denominatore l’atteggiamento eversivo di chi non accetta il responso delle urne: il 30 ottobre il socialista Lula vinse senza ombra di dubbio, ancorch di stretta misura.

Questi comportamenti criminali puntano a distruggere un fondamento della democrazia, che il riconoscimento della legittimit dell’avversario. La liberaldemocrazia funziona finch gli sconfitti accettano di farsi da parte, sapendo che grazie alla libera competizione elettorale la prossima volta potranno tornare a governare. Se invece il partito rivale viene considerato come il male assoluto, allora il fine giustifica i mezzi e perfino la violenza diventa accettabile. Non solo un vizio della destra quello di demonizzare l’avversario; per in questa congiuntura storica da Trump a Bolsonaro quella parte politica che sdogana l’assalto pi plateale alle istituzioni.

La sindrome dell’imitazione tanto pi pericolosa in quanto il Brasile non ha una liberaldemocrazia antica come la Repubblica statunitense, la quale sopravvissuta a tante crisi dalla sua fondazione nel 1787. La transizione dalla dittatura militare a Brasilia avvenne ben pi di recente, tra il 1985 e il 1988. I bolsonaristi, che dal 30 ottobre covano il sogno di una rivincita illegale affidata alla piazza, hanno sperato di trascinare dalla loro parte le forze armate. Mentre scriviamo non c’ segnale che i militari vogliano giocare al golpe. Il governo Lula ha avuto l’astuzia di affidare proprio a loro la difesa del Parlamento. Peraltro un Congresso vuoto: a differenza del 6 gennaio 2021 a Washington, quando senatori e deputati dovevano ratificare l’elezione di Biden, quello di Brasilia non era in sessione al momento dell’assalto e Lula era gi presidente da una settimana. Senza un rovesciamento nell’atteggiamento dei militari, la messinscena bolsonarista non sembra destinata ad avere conseguenze sugli assetti di potere. Un altro attore importante la Corte costituzionale, che ha poteri notevoli (perfino eccessivi, secondo osservatori indipendenti) ed in mano alla sinistra.

Va aggiunto che Lula, alla sua terza presidenza, diverso da quello che govern il Brasile nei primi due mandati, prima dell’arresto e della condanna per corruzione (poi annullata per un vizio di forma). La sua agenda socialista annacquata per forza: alle elezioni ha vinto, ma non ha conquistato una maggioranza parlamentare. Lula deve cucire una coalizione eterogenea con elementi centristi e perfino qualche bolsonarista. Al di l dei proclami che gli attirano simpatie internazionali — come la difesa ambientalista dell’Amazzonia — avr un programma di governo abbastanza moderato. Sventolare di fronte all’opinione pubblica brasiliana lo spauracchio di un socialismo in salsa venezuelana o cubana non sembra realistico.

L’assalto resta gravissimo, e chiama in causa tante responsabilit. Incluse quelle nordamericane. Simbolicamente, mentre alcuni suoi seguaci erano tentati dal golpe di piazza, Bolsonaro risulta essere negli Stati Uniti: il Paese da cui partito il cattivo esempio. Il 2023 si apre all’insegna di narrazioni contrastanti. Biden descrive un nuovo scontro di civilt, fra il campo delle democrazie e quello degli autocrati. Ma in questa nuova guerra fredda Lula non prende posizione: non vuole distanziarsi n dalla Russia n dalla Cina. La destra che odia Lula ne scimmiotta il non allineamento, visto che alla liberaldemocrazia dimostra di non credere affatto.

8 gennaio 2023 (modifica il 8 gennaio 2023 | 23:11)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.