di Monica Colombo
Una confessione di venti minuti davanti alla telecamera dopo aver rescisso il contratto con il Monza e rinunciato ad un biennale da un milione a stagione. «Ringrazio Berlusconi e Galliani»
Venti minuti di confessione davanti a una videocamera, divisi in due video pubblicati sui social. Per salutare i tifosi che lo hanno applaudito e accompagnato in tutta la carriera e ringraziare ogni giocatore, allenatore e figura dietro le quinte ha incontrato lungo la strada. Andrea Ranocchia anche nel momento dell’addio (dopo aver rescisso col Monza) al calcio giocato conferma di essere quel tipo di persona che già aveva mostrato di essere alla Pinetina. Leale, professionale, rispettoso fino all’ultimo istante. Non mancano momenti di commozione in questa seduta di auto-analisi in cui il difensore che, per undici anni è stato legato all’Inter (e non sempre ha recitato un ruolo da protagonista, anzi) e mercoledì ha rescisso il contratto biennale con il Monza (da 1 milione netto a stagione), ripercorre le tappe della carriera. Da quando ha iniziato sui campetti di Bastia Umbra fino a pochi giorni fa.
«Sono sempre andato d’accordo con tutti, ho avuto discussioni ma mai screzi. Ringrazio tutti perché tutti mi hanno dato qualcosa e io spero di aver dato qualcosa a loro. Ho dato quello che potevo» dice il giocatore 34enne con la voce rotta dalle lacrime e interrompendo perciò la registrazione. Del resto è nella seconda tranche del videomessaggio che emerge il lato più intimo del giocatore. Ranocchia dopo aver dedicato parole affettuose anche alla famiglia spiega: «L’ultimo anno e mezzo per me non è stato facilissimo. La passione che ho provato per questo sport è venuta sempre meno. A maggio scorso, quando ero all’Inter sentivo che c’era qualcosa che non mi tornava. Con la società e il mister prendemmo la decisione di separarci, avevo bisogno di nuovi stimoli ed emozioni. Sono riconoscente a Galliani e al presidente Berlusconi che mi hanno dato fiducia e offerto un ottimo contratto al Monza fornendomi la possibilità di capire cosa mi stesse succedendo».
Poi il crac. «Purtroppo a inizio stagione le sensazioni non sono migliorate, andando avanti è come se un interruttore dentro di me si fosse spento. All’inizio non volevo accettarlo, mi chiedevo ‘che è successo? Dov’è finita la passione che mi ha spinto per 30 anni?’. Poi ho cercato di impegnarmi ma ho capito che non c’era niente dentro di me. L’infortunio rimediato a Napoli mi avrebbe tenuto lontano dai campi per mesi: alla fine ho deciso di non prendere in giro nessuno. Me in primis che mi sono sempre impegnato al 100% nella vita e nella professione«. Quindi la comunicazione. «Ho spiegato a Galliani del mio malessere. Del resto per essere di aiuto alla squadra avrei dovuto essere presente di testa e fisicamente. Galliani è stato un signore, ci siamo lasciati da amici». Nel futuro non c’è più l’adrenalina della gara. «Ora mi prendo un po’ di tempo per rimettere in fila le emozioni, non credo proprio che tornerò a giocare a calcio. Non è quello che voglio, mi godo altre cose. Ci vediamo in giro». Un signore.
22 settembre 2022 (modifica il 22 settembre 2022 | 23:05)
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, 2022-09-22 21:06:00, Una confessione di venti minuti davanti alla telecamera dopo aver rescisso il contratto con il Monza e rinunciato ad un biennale da un milione a stagione. «Ringrazio Berlusconi e Galliani», Monica Colombo