Annabelle Belmondo: sul set mi ispiro al nonno Jean-Paul

Annabelle Belmondo: sul set mi ispiro al nonno Jean-Paul

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di Valerio Cappelli

Nel cast del thriller di Alessio Della Valle (nelle sale dal 19 maggio), Annabelle viene dalla moda. Ma sogna di recitare per Garrone e Sorrentino

Annabelle Belmondo porta il suo cognome ingombrante con grande gioia. È in American Night, il noir pop di Alessio Della Valle ambientato nel mondo dell’arte (nelle sale dal 19). Grande cast, Emile Hirsch, Paz Vega e Jonathan Rhys Meyers, l’ombroso mercante d’arte che inciamperà in Annabelle. Viene dalla moda. «Poi ho avuto desiderio di far conoscere la mia personalità un po’ di più, al di là del fisico. Sono stata influenzata e ispirata da mio nonno».

Jean-Paul Belmondo: Saint Tropez, gli amori, le discoteche, le auto sportive, i sigari, le scazzottate, gli abiti gessati: «Beh sì, una vita spericolata. Avrei adorato vivere quell’epoca, che non esiste più. Emanava un’energia frenetica che coinvolgeva chiunque. In genere si pensa al passato come un sogno: quello lo è stato veramente. Da bambina mi fece fare la comparsa in un suo film. È stato un secondo padre (con Chris Waters, padre biologico, non ha rapporti e non ne parla, ndr). Vivevamo due mesi l’anno insieme, abbiamo abitato nello stesso palazzo, lui era proprietario di tre piani su cinque».

Un ricordo? «Una sera doveva uscire con i miei genitori, io piangevo perché volevo che mia madre restasse con me. Facevo il bagno e nonno per farmi smettere si buttò nella vasca in smoking. Io fui sotto shock, smisi di piangere ma dopo due minuti ripresi a urlare più forte di prima». Da lui ha ereditato «il buon umore, il vedere l’aspetto positivo delle cose, caratteristica molto poco francese. La passione per gli animali. Voglio creare una Fondazione per aiutare quelli che hanno bisogno. Il cane di nonno ha un nome intraducibile che vuol dire con un po’ di puzza sotto al naso, è ancora in vita, viene dal canile di Brigitte Bardot».

Se le diciamo Alain Delon ? «Lui non faceva parte della nostra vita insieme, suo figlio Anthony era amico di mio zio, io ho lavorato con sua figlia Anouchka al Festival di Sanremo, nel 2017 entrammo in scena sulla musica di Borsalino». Ha una zia molto più giovane di lei. «Stella, l’ultimogenita di nonno. Ha 18 anni, io ne ho 34. Ma ancora più strano è che lei è la sorella di mia madre, che ne ha 63. Va a scuola a Londra, quando viene a Parigi facciamo yoga insieme, andiamo d’accordo. Da piccola le facevo da mamma, nonno aveva avuto l’ictus».

Che film vorrebbe fare? «Una commedia. Se pensiamo alla guerra, non farebbe male ridere un pochino. Un cinema che faccia uscire dal quotidiano, quei ruoli fuori norma di mio nonno. Poi, se mi chiede il mio sogno, allora dico Sorrentino e Garrone».

15 maggio 2022 (modifica il 15 maggio 2022 | 20:02)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-05-15 19:49:00,

di Valerio Cappelli

Nel cast del thriller di Alessio Della Valle (nelle sale dal 19 maggio), Annabelle viene dalla moda. Ma sogna di recitare per Garrone e Sorrentino

Annabelle Belmondo porta il suo cognome ingombrante con grande gioia. È in American Night, il noir pop di Alessio Della Valle ambientato nel mondo dell’arte (nelle sale dal 19). Grande cast, Emile Hirsch, Paz Vega e Jonathan Rhys Meyers, l’ombroso mercante d’arte che inciamperà in Annabelle. Viene dalla moda. «Poi ho avuto desiderio di far conoscere la mia personalità un po’ di più, al di là del fisico. Sono stata influenzata e ispirata da mio nonno».

Jean-Paul Belmondo: Saint Tropez, gli amori, le discoteche, le auto sportive, i sigari, le scazzottate, gli abiti gessati: «Beh sì, una vita spericolata. Avrei adorato vivere quell’epoca, che non esiste più. Emanava un’energia frenetica che coinvolgeva chiunque. In genere si pensa al passato come un sogno: quello lo è stato veramente. Da bambina mi fece fare la comparsa in un suo film. È stato un secondo padre (con Chris Waters, padre biologico, non ha rapporti e non ne parla, ndr). Vivevamo due mesi l’anno insieme, abbiamo abitato nello stesso palazzo, lui era proprietario di tre piani su cinque».

Un ricordo? «Una sera doveva uscire con i miei genitori, io piangevo perché volevo che mia madre restasse con me. Facevo il bagno e nonno per farmi smettere si buttò nella vasca in smoking. Io fui sotto shock, smisi di piangere ma dopo due minuti ripresi a urlare più forte di prima». Da lui ha ereditato «il buon umore, il vedere l’aspetto positivo delle cose, caratteristica molto poco francese. La passione per gli animali. Voglio creare una Fondazione per aiutare quelli che hanno bisogno. Il cane di nonno ha un nome intraducibile che vuol dire con un po’ di puzza sotto al naso, è ancora in vita, viene dal canile di Brigitte Bardot».

Se le diciamo Alain Delon ? «Lui non faceva parte della nostra vita insieme, suo figlio Anthony era amico di mio zio, io ho lavorato con sua figlia Anouchka al Festival di Sanremo, nel 2017 entrammo in scena sulla musica di Borsalino». Ha una zia molto più giovane di lei. «Stella, l’ultimogenita di nonno. Ha 18 anni, io ne ho 34. Ma ancora più strano è che lei è la sorella di mia madre, che ne ha 63. Va a scuola a Londra, quando viene a Parigi facciamo yoga insieme, andiamo d’accordo. Da piccola le facevo da mamma, nonno aveva avuto l’ictus».

Che film vorrebbe fare? «Una commedia. Se pensiamo alla guerra, non farebbe male ridere un pochino. Un cinema che faccia uscire dal quotidiano, quei ruoli fuori norma di mio nonno. Poi, se mi chiede il mio sogno, allora dico Sorrentino e Garrone».

15 maggio 2022 (modifica il 15 maggio 2022 | 20:02)

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, Valerio Cappelli

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