Annurca, la mela che ci salva cantata anche da Plinio il Vecchio

Annurca, la mela che ci salva cantata anche da Plinio il Vecchio

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di Luca Bergamin

Una ricerca dell’Universit Federico II di Napoli mette in luce le propriet nutritive del l’antico frutto. Perfetta per i bambini e per chi diabetico

Quanto faccia bene la Melannurca campana lo ha stabilito anche una recente ricerca condotta dall’Universit degli Studi Napoli Federico II. Questa particolare qualit di mela in grado di di dimezzare i danni ossidativi alle cellule epiteliali gastriche. La polpa croccante, bianca, acidula e succosa, il suo profumo delicato, la forma appiattita e insieme tondeggiante erano gi ben noti agli appassionati degustatori di questo frutto giallo verde dalle striature rosse disposte sulla maggior parte della sua pellicola esterna. Meno conosciuta la storia di questa delizia invernale Igp che viene coltivata nei melai ovvero fatta arrossare a terra in appezzamenti di terreno specifici sui quali vengono stesi alcuni strati di materiale soffice come aghi di pino e trucioli di legna che hanno preso il posto della canapa.

Anche il suo passato interessante, basti pensare che nei dipinti rinvenuti in seguito agli scavi archeologici di Ercolano si riconosce benissimo questo frutto, coltivato gi alcuni millenni fa, in particolare a Pozzuoli, come ne scrive anche Plinio il Vecchio nel suo Naturalis historia: lui la chiama Mala Orcula, perch la zona intorno al Lago di Averno era considerata la sede degli Inferi. Originaria dell’area flegrea, dunque, si poi diffusa anche nel Beneventano, Aversano e Nocerino. In questi ultimi anni, gli studiosi di scienze alimentari si sono accorti delle sue potenzialit nutritive e dei benefici che apportano alla salute il suo elevato contenuto di vitamine B1, B2, PP e C e di minerali come potassio, ferro, fosforo, manganese. Inoltre la melannurca ricca di fibre, diuretica e quindi indicata specialmente per bambini e anziani, oltre che per la cura dei malati soprattutto di diabete. Il suo buon rapporto tra acidi e zuccheri, la variet e quantit di qualit organolettiche ne fanno un forziere per l’essere umano. Tra le tante curiosit che accompagnano questo frutto vi l’abitudine da parte dei coltivatori di rigirare quasi giorno le mele durante la loro permanenza nei melai, in cui sono disposte su file, per dare a ciascuna parte della mela la stessa di permanenza di esposizione alla luce. All’Annurca pi classica, inoltre, negli ultimi decenni, si affiancata l’Annurca Rossa del Sud che produce esemplari a buccia rossa gi sulla pianta. Addentare la sua polpa, bere il suo succo, sorseggiare i liquori o gustarla nei dolci allunga la vita.

12 gennaio 2023 (modifica il 12 gennaio 2023 | 15:59)

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