Il prossimo Natale porterà con sé un anticipo “una tantum” degli aumenti contrattuali per i dipendenti pubblici, una mossa che vedrà circa 150 mila lavoratori, prossimi alla pensione, di fronte a una possibile restituzione di questi soldi.
Questa misura, pur essendo tecnicamente complessa, ha implicazioni dirette sul potere d’acquisto dei dipendenti statali.
La manovra governativa prevede un anticipo di 7,3 miliardi di euro per il rinnovo dei contratti pubblici, di cui due miliardi saranno erogati immediatamente. Gli importi varieranno a seconda dell’inquadramento professionale. L’anticipo rappresenta una sorta di bonus natalizio, che però nasconde delle complessità.
Per coloro che andranno in pensione nel prossimo anno, si pone il problema della restituzione dell’anticipo. Un esempio chiarificatore: un dipendente che avrebbe dovuto ricevere 50 euro al mese della nuova indennità di vacanza contrattuale nel 2024, riceverà ora 650 euro in un’unica soluzione. Se però andasse in pensione a febbraio, dovrebbe restituire la parte non goduta dell’anticipo.
La misura avrà anche un impatto sul netto finale delle buste paga a partire da gennaio, con la sospensione del bonus dell’1,5% per gli statali nel 2024. Questo potrebbe essere parzialmente compensato dalla riduzione dell’Irpef, almeno per i redditi fino a 50 mila euro, creando però solo un effetto “ottico”.
Le misure previste
Come scritto nelle scorse ore, comunque, ogni docente potrebbe beneficiare di un incremento approssimativo di 200 euro sulla propria busta paga, soprattutto per coloro la cui retribuzione annua non eccede i 35mila euro. Analizziamo i dettagli nella tabella
Il primo balzo retributivo potrebbe riguardare l’arrivo della seconda tranche di aumenti del CCNL 2019/21. Questo incremento, presente nell’Ipotesi di Contratto sottoscritta il 14 luglio 2023, si aggiunge ai 101 euro (medi lordi) ottenuti l’anno scorso, portando l’aumento totale a 124 euro lordi medi.
NOTA BENE A oggi l’ipotesi di Contratto sottoscritta lo scorso 14 luglio non è stata ancora firmata in via definitiva, pertanto non c’è ancora una data per la somma residua del CCNL 2019/21.
Un altro impulso proviene dall’anticipo del nuovo Ccnl, con un finanziamento di due miliardi di euro stanziati dalla manovra 2024. Di questi, il 40% verrà destinato al settore scolastico, traducendosi in un aumento medio di 70 euro al mese per i docenti, un cifra che può raggiungere fino a 100 euro al mese per i docenti con una maggiore anzianità.
La Legge di Bilancio 2024 introduce anche un taglio al cuneo fiscale-contributivo, che continuerà a beneficiare i lavoratori con redditi medio-bassi. Questa misura, insieme alla riforma delle aliquote Irpef, porterà a un incremento annuo di 1.298 euro, circa 110 euro al mese, per i lavoratori con un reddito di 27.500 euro lordi annui.
Aumento stipendi scuola, dai presidi ai docenti passando per Dsga e collaboratori: ecco tutte le cifre (AL LORDO) dell’indennità una tantum [TABELLA]
Tabella con gli importi (espressi al lordo)
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