Anticipo TFS per i lavoratori statali, si possono scaricare dal reddito gli interessi sul finanziamento?
Per i dipendenti pubblici che vanno in pensione, c’è la possibilità di chiedere un anticipo del Trattamento di Fine Servizio. E probabilmente, visti i tempi di erogazione piuttosto lunghi per il pagamento delle spettanze a cui normalmente sono assoggettati i lavoratori pubblici, l’anticipo è assai allettante. Nonostante l’anticipo sia un finanziamento bancario vero e proprio, sono molti i lavoratori a cui conviene questa opzione.
Una volta andato in pensione il dipendente pubblico deve riscuotere, come tutti i lavoratori, il proprio TFS, acronimo di Trattamento di Fine Servizio maturato (o il TFR, Trattamento di Fine Rapporto). Le somme accantonate mese per mese vengono infatti percepite dopo aver terminato il rapporto di lavoro con l’ente presso cui si lavora.
Ma nel settore pubblico sono i tempi di attesa il vero problema. Tempi che differiscono in base alla motivazione che ha portato alla cessazione del rapporto di lavoro. Per esempio, servono 15 mesi per il rapporto di lavoro cessato per accesso alla pensione di vecchiaia. Stessa attesa per cessazioni dell’attività per collocamento a riposo d’ufficio o per contratto precario scaduto e non rinnovato. Nello specifico, i tempi di attesa, tra periodo previsto dalle norme e tempi di espletamento della pratica Inps, per la liquidazione sono:
Tempi di attesa piuttosto lunghi quindi, soprattutto per chi magari ha sfruttato qualche canale di uscita anticipata e deve attendere comunque il raggiungimento delle soglie Fornero per fare scattare i tempi di attesa previsti. Per questo l’anticipo del TFS gode di un certo appeal. Nonostante vi sia da rimetterci qualcosa su quanto accantonato. I dipendenti pubblici che vanno in pensione, possono richiedere l’Anticipo del TFS attraverso una operazione di finanziamento o prestito in Banca.
L’importo massimo dell’anticipo è pari a 45.000 euro al lordo degli interessi. Infatti per l’operazione finanziaria di finanziamento, c’è da fare i conti con gli interessi. Il tasso applicato è pari al rendimento medio dei titoli pubblici. E si farà riferimento al tasso ufficiale che c’è il giorno della presentazione della domanda di anticipo (TAN fisso e TAEG mai più alto del 4,10%,).
Proprio in virtù di questi troppo prolungati tempi di attesa per la liquidazione di TFS e TFR, il legislatore ha introdotto l’anticipo tramite banca. Fu il decreto legge n° 4 del 2019 a prevedere questo anticipo, nello specifico all’articolo n° 26 comma 7.
Un anticipo che è a tutti gli effetti un finanziamento bancario con tanto di pagamento degli interessi da parte del richiedente. Le somme erogate come anticipazione del Trattamento di Fine Servizio o di Fine Rapporto non vanno indicate nel modello Redditi Persone Fisiche o nel modello 730.
Non essendo emolumenti che incidono sul reddito imponibile e quindi, non essendo somme assoggettate all’Imposta sui redditi delle persone fisiche e delle relative addizionali, non vanno indicate nelle dichiarazioni dei redditi. Questo, a prescindere dal fatto che si tratta di somme che compaiono in busta paga o nelle certificazioni uniche.
E nonostante si pensava il contrario, durante l’iter di conversione in legge del decreto prima citato, nemmeno gli interessi pagati devono essere inseriti nei modelli di dichiarazione dei redditi. Infatti nessuna detrazione fiscale per gli interessi pagati è concessa ai diretti interessati.
Ricevi ogni sera nella tua casella di posta una e-mail con tutti gli aggiornamenti del network di orizzontescuola.it
Tutti i video