di Redazione Roma
Franco Rosati, costretto a letto per una disabilità, è morto il 23 maggio scorso tra le fiamme del suo attico. La donna è sospettata di aver usato un accendino
Era morto tra le fiamme il 23 maggio scorso per un incendio che aveva distrutto il suo attico in via Agostino Richelmy, nel quartiere Aurelio. Una tragedia con una vittima, il settantacinquenne Franco Rosati — costretto a letto per una disabilità — e tre superstiti, sua moglie e i suoi due nipoti adolescenti. L’inchiesta avviata dalla Procura di Roma (il pm Gianfederica Dito) ha portato fin qui a una iscrizione sul registro degli indagati.
Si tratta della moglie, come anticipato da Repubblica, sospettata dagli investigatori di aver contribuito a produrre l’incendio e di omicidio colposo. Si ipotizza (ma siamo solo alle prime battute dell’inchiesta) che la donna possa aver utilizzato un accendino proprio nelle vicinanze del letto e che gli arredi abbiano preso fuoco scatenando l’incendio. Si stanno raccogliendo le testimonianze dei sopravvissuti al dramma, vale a dire la donna e i due ragazzi di 10 e 16 anni.
A quanto pare c’è stato un lasso di tempo durante il quale l’uomo avrebbe potuto salvarsi ma la moglie non riuscendo a farlo scendere dal letto (troppo pesante) ha preso i nipoti e li ha messi in salvo. Agghiacciante la storia, delicati gli approfondimenti che dovranno stabilire se tutto ciò sia stato o meno casuale.«Ho provato a tirarlo giù dal letto senza riuscirci» si era difesa lei ancora sotto choc dopo il ricovero all’ospedale San Carlo di Nancy. Ora anche queste sue dichiarazioni saranno vagliate con il massimo scrupolo.
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15 giugno 2022 (modifica il 15 giugno 2022 | 11:20)
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, 2022-06-15 12:36:00, Franco Rosati, costretto a letto per una disabilità, è morto il 23 maggio scorso tra le fiamme del suo attico. La donna è sospettata di aver usato un accendino , Redazione Roma