Appello al ministro Valditara. Lettera

Appello al ministro Valditara. Lettera

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Inviato da Laura Visetti – Mi chiamo Laura e sono una docente negli istituti statali superiori di II grado, da 23 anni.  Sono single e vivo da sola da molto tempo.

Da sempre sono precaria, dapprima nella provincia autonoma di Trento, poi in provincia di Varese. Insegno nella classe di concorso A047 e per alcuni anni, anche nella A045. Nel 2011 ho conseguito un altro titolo, un master di II livello con esito positivo. 110 e lode in criminologia forense.

Negli ultimi sei/sette anni lavoro con contratti annuali, e ancora quando vivevo in provincia di Trento, per tre anni la nomina è stata annuale. Ho tentato tre volte il concorso, ordinario e straordinari, ed è proprio da qui che devo partire.

Nel 2020 ci fu un concorso straordinario. Più di 150 candidati in Lombardia, solo 5 passarono ed entrarono in ruolo. Lo scorso anno fu indetto un altro straordinario. La mia speranza, ovviamente, fu quella di riuscire finalmente a passare.

Il format per inoltrare la domanda al concorso appariva identica a quella del bando precedente. La pecca in quello del 2020 era che fu consentito “caricare” gli anni di servizio solo a partire dal 2010. Per nulla bello, visto che avrei perso dieci anni di lavoro, ma ahimè, così era il bando.

Nell’ultimo invece mi accorsi che c’era la possibilità di caricarli tutti, partendo dall’anno scolastico 2000/2001 in avanti. Purtroppo, però, feci un errore e me ne accorsi quando ormai era troppo tardi. Il risultato fu che andai all’appello d’esame con un punteggio di servizio calcolato su cinque anni. Solo gli ultimi cinque.

45 cattedre vennero messe a disposizione in Lombardia, pertanto 45 candidati sarebbero stati immessi in ruolo. Il decreto stabiliva che non ci sarebbe stato alcun scorrimento e nessuna graduatoria residua. I docenti dal 46esimo posto in avanti, avrebbero ricominciato da zero. Tuttavia, questa primavera scoprii un cambio di direzione: la graduatoria può essere a scorrimento, lo scopo è riempire le cattedre rifiutate dello scorso autunno. Ve ne sono due, di cui una a Saronno. Ma non ho ancora finito, un momento.

Col punteggio raggiunto all’esame (5 ottobre ’22), cui si sommano TUTTI i miei anni di servizio, sarei stata immessa in ruolo, piazzandomi al 31esimo posto, e la cattedra da me occupata a Saronno da 5 anni, finalmente sarebbe stata mia, a tempo indeterminato.

Invece, mi sono piazzata oltre il 45esimo posto. Feci quindi ricorso, tramite avvocati (le significative spese a carico) al TAR Lombardia, nei tempi giusti richiesti dalla legge. Mi avvalsi del Soccorso Istruttorio, previsto nel bando. Siamo nel mese di dicembre.

A metà gennaio ci fu l’udienza a Milano, ma il giudice ritenne più corretto congelare la mia posizione fino alla fine dell’anno scolastico.

Fu fissata quindi una seconda udienza, per il 30 maggio. Convocate le parti per la discussione sui medesimi contenuti. La legge stabilisce massimo 60 giorni per depositare la sentenza. Si passa quindi al 30 luglio. Ho aspettato la fine di luglio, niente. Mi viene detto che il termine, per i giudici, non è perentorio, ma ordinatorio. Capita spesso che ci si pronunci con qualche giorno di ritardo.

Siamo al 31 di agosto e sto ancora aspettando. I miei colleghi sono rientrati a scuola, mentre io sto trattenendo il fiato da ottobre scorso. I documenti sono in mio possesso, se fosse necessario, potrei inviarli tutti.

Stanno facendo immissioni in ruolo da concorso ordinario, sto perdendo la “mia” cattedra. Notti senza dormire, ansie e paure. Ho 50 anni e ho bisogno di stabilità e un minimo di certezze. Non ne ho diritto?

Ho telefonato per la centesima volta al mio legale, il quale ha risposto che devo aspettare. Dalla bocca è uscita la vena polemica: la ragazzina in Lazio, bocciata con 6 materie insufficienti. La famiglia ha prontamente fatto ricorso al TAR, il quale ci ha messo un attimo per dare regione alla famiglia.

Ammessa con riserva forse?

Beh, intanto la fanciulla può iscriversi all’anno successivo, poi quando giornalisti e lettori si dimenticheranno del caso, la riserva verrà sciolta, e sarà sempre a favore della alunna.

Esami di Stato: maturando respinto, la famiglia fa ricorso e di nuovo, in breve tempo, ecco apparire la sentenza (con riserva?) a favore. Velocissimi!!

Per un docente tutto questo non esiste. Più e più volte ci sentiamo abbandonati e dimenticati. La sfiducia, lo scoramento sono i sentimenti che ci accompagnano quasi quotidianamente, senza distinzione di regione o provincia. Che fiducia può esistere verso le istituzioni?

Da 23 anni svolgo il mio lavoro al massimo delle mie capacità. Mai assente, mai in ritardo. Con la mia anzianità di servizio dovrei ancora sottopormi a prove di concorso, essere valutata da colleghi più giovani che mi vedono per la prima volta e decretare l’ammissione? Devo ricominciare daccapo? Ma scherziamo?

Ora ricomincia la scuola, ed io mi sento persa. Sono davvero stanca.

Il mio scritto, Signor Ministro, è uno sfogo, una richiesta di aiuto, una preghiera.

È vita questa? È dignità?

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