L’appello delle ong: un viceministro tecnico Per la cooperazione

L’appello delle ong: un viceministro tecnico Per la cooperazione

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di Silvia Stilli*

La richiesta al nuovo governo per un modello economico che riduca le disuguaglianze e le povertà partendo da una collaborazione con le organizzazioni sociali della cooperazione attive sul territorio

Il Forum del Terzo settore ha confermato al nuovo Governo la propria disponibilità a collaborare nella riduzione di disuguaglianze e povertà, per un modello economico più rispettoso dell’ambiente, a favore del benessere di persone e comunità. Il Forum ha citato il contesto nazionale e quello internazionale, in un quadro di coerenza delle politiche. Le rappresentanze sociali, al di là della prevalenza dell’orientamento politico delle constituency, nella democrazia sono chiamate ad affermare il valore della sussidiarietà nel rapporto con le istituzioni. I candidati delle coalizioni politiche presenti al seminario online organizzato dalla Campagna 0,70, a settembre scorso, hanno ribadito il loro impegno per l’Aiuto Pubblico per lo Sviluppo.

Il Governo si è formato e insediato e adesso la coalizione di centrodestra deve proporre le deleghe di secondo livello: vice ministri e sottosegretari. La L.125/2014 stabilisce che la politica estera dell’Italia esprima un vice ministro alla Cooperazione internazionale. Auspichiamo la rapidità della nomina. Mai come oggi, in un contesto di conflitti diffusi e in uno scenario di guerra che dall’Ucraina rischia di allargarsi e fa temere l’escalation nucleare, in una crisi globale post pandemica e climatica che aumenta il numero di persone povere e affamate in tutto il mondo, i governi, compreso il nostro, sono inevitabilmente chiamati a rispondere con misure coerenti e strategie efficaci.

Le organizzazioni sociali italiane della cooperazione internazionale sono attive in un mappamondo costellato delle loro presenze, con l’agibilità ad operare nelle aree in conflitto dove agiscono nelle e con le comunità. E in Italia contrastano la povertà e l’esclusione sociale, come parte integrante e collaborativa del Terzo settore. Le sensibilità e la formazione dei loro dirigenti sono anche differenti, come lo è l’orientamento politico, ma è innegabile la competenza e la capacità di lavorare in rete. Metto al centro del mio pensare ed agire la sussidiarietà come pratica, ma non trovo alcuna contraddittorietà nell’affermare che in Italia oggi c’è bisogno, nella politica di cooperazione internazionale, di individuare una figura che alla conoscenza teorica sappia aggiungere la competenza, data dall’operare direttamente nei contesti, e che conosca lacune e potenzialità della L.125/2014: un profilo più tecnico che politico, quindi, che tra i miei colleghi impegnati quotidianamente nel lavoro delle ong è possibile rintracciare.

*Portavoce Aoi

24 ottobre 2022 (modifica il 24 ottobre 2022 | 16:14)

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, 2022-10-25 04:18:00, La richiesta al nuovo governo per un modello economico che riduca le disuguaglianze e le povertà partendo da una collaborazione con le organizzazioni sociali della cooperazione attive sul territorio, Silvia Stilli*

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